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Taranto

Sguardi trinitari sul sociale

Per un nuovo pensiero agente nel Territorio

Sgurardi trinitari sul sociale

Sgurardi trinitari sul sociale

TARANTO - Ne abbiamo parlato davanti ad un caffè con Domenico Amalfitano, che ne ha curato la prefazione insieme a Paolo Oliva, professore di antropologia teologica. 

Ne hanno tessuto la trama con Piero Coda, dottore in filosofia e teologia presso la Pontificia Università Lateranense di Roma e Antonio Incampo, Professore Ordinario di Filosofia del Diritto nel Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Bari. Un filo che ha messo in dialogo teologi, filosofi, giuristi, economisti, storici,  architetti, offrendo quel tessuto prezioso che nasce dal apporto tra ricerca della verità e amore per il territorio. Un linguaggio comune per sollecitare processi di rilancio e sviluppo nel contesto socio-culturale in cui viviamo. Il "prius e primum" di un nuovo pensiero per ricostruire la realtà sociale.

Quel caffè  si era raffreddato quando mi sono deciso a berlo, distratto dalla profonda e assolutamente stimolante riflessione che il mio amico Mimmo mi proponeva. Forse perché il mio pensiero trovava conferme nelle sue riflessioni. Non è la prima volta. Per questo, quando mi chiama, accetto con curiosità ed interesse il suo invito.

Un pensiero diverso: il concreto vivente che riesce ad andare oltre le divisioni, le contrapposizioni dell'uno contro l'altro a prescindere, che rifiuta una visione dinamica.

Un pensiero che prova a costruire una visione, che abiliti lo sguardo alla connettività, al nuovo paradigma.

E' quello che noi continuiamo a sollecitare come percorso condiviso, per un esistente difficile e un futuro prossimo drammatico per il nostro territorio. 

La teologia post-conciliare, le tesi di Klaus Hemmerle che spingono tutti i saperi ad affrontare le grandi sfide dell’umanità, alla luce della Rivelazione del Dio Uno e Trino, per essere all’altezza del "Tempo dell’Essere": il senso profondo del Manifesto che  parte dallo storico Convegno del 15 settembre 2022, "Manifesto per una riforma del pensare", organizzato dal Centro di Cultura per lo Sviluppo "Giuseppe Lazzati" di Taranto. 

Dare vita a un pensiero in grado di rifondare la realtà sociale, carico dell’Alterità: io sono ciò che sono finché mi faccio carico dell'altro. L’Altro è un’idea decisiva sia per l’etica, sia per gli statuti epistemologici di tutte le scienze che si misurano con la complessità del mondo contemporaneo.

Le ricerche sul territorio di Taranto costituiscono un vero laboratorio in cui il pensiero sperimenta la sua verità più rivoluzionaria.

La vita della Chiesa tarentina ha risentito molto della situazione ambientale, sanitaria e lavorativa caratterizzata dall’emigrazione culturale e lavorativa dei nostri giovani e dalla persistente disoccupazione, che ancora non trova la direzione appropriata del suo intervento risolutivo. Una condizione che spinge sempre di più all’individualismo, all’arrangiarsi quotidiano, alle crescenti difficoltà delle famiglie. In questo panorama del nostro vissuto quotidiano si innerva l’azione pastorale della comunità cristiana. Papa Francesco ha invitato i cristiani e tutta la Chiesa, nella Evangelii Gaudium a dare priorità al tempo, Significa occuparsi di "iniziare processi più che di possedere spazi". Il tempo ordina gli spazi, li illumina e li trasforma in anelli di una catena in costante crescita, senza retromarce. Si tratta di privilegiare le azioni che generano nuovi dinamismi nella società e coinvolgono altre persone e gruppi che le porteranno avanti, finché fruttifichino in importanti avvenimenti storici. 

Alteritas, l’alter in latino è un "altro fra due", e l’alterità marca una dicotomia: c’è una dimensione nota di identità e una dimensione ignota. Fuori dall'io c’è una diversità, ci sono punti di distanza e divergenza che vanno colti attraverso la dialettica e il confronto. L’Altro non è mai estraneo, perché io non sarei nulla senza l’Altro. È un’idea decisiva che vuole misurarsi con la complessità del mondo contemporaneo a partire da un luogo in cui viviamo e che quindi si propone con la forza decisiva per costruire oggi la speranza di un  futuro migliore. Dare vita quindi a un pensiero in grado di rifondare qui ed ora la realtà sociale della Città

Un nuovo pensiero, un pensiero diverso, agente nel Territorio, che propone un itinerario reso possibile dalla passione per il luogo e il tempo che ci è stato dato.

Un pensiero all’altezza della nuova epoca, che colga l’intero, fuori da ogni semplicismo, da ogni riduzionismo, da ogni prassismo. Un pensiero che dilata la ragione e la incarna nei “tra” del convivere, che ci sappia far uscire dalle separatezze, dalle parzialità, dalle distanze, dall’auto referenza, dall'individualismo.

L'intelligenza dei fatti, delle cose, della realtà, che rimane sempre superiore ad ogni idea. Non disponiamo ancora della cultura necessaria per affrontare questa crisi e c’è bisogno di costruire leadership che indicano strade. Non se ne esce se non con la capacità di un pensiero complesso: quello che amplia il noi e riduce l’io.

La tolleranza non basta: non basta l’unanimismo forzato, il mero rispetto passivo. Ciò che serve è una sana, costante contaminazione: è la diversità che fa unità e fa diversa anche la storia. Quell'acqua che non ristagna e rigenera. È forse la migliore riflessione al tempo di tante emergenze...

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