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Bari

Mercati e microimprese sotto la lente: Confcommercio e Università rilanciano il commercio ambulante

Presentato nella Sala Leogrande lo studio economico su Bari e Bat: “I mercati restano cuore sociale e produttivo delle città, ma servono regole certe e politiche di tutela contro l’incertezza normativa”

I mercati al centro dell’analisi economica delle microimprese del commercio ambulante a Bari e Bat

I mercati al centro dell’analisi economica delle microimprese del commercio ambulante a Bari e Bat

BARI - È stato presentato nella suggestiva Sala Leogrande, all’interno dell’ex Palazzo delle Poste, il primo studio qualitativo e quantitativo dedicato al tessuto economico dei mercati ambulanti dell’Area Metropolitana di Bari e della provincia Bat, un comparto che continua a rappresentare una delle colonne portanti dell’economia locale ma che oggi chiede certezze, tutele e strategie di rilancio.

L’indagine nasce da un progetto congiunto di Confcommercio Bari-Bat, Università di Bari “Aldo Moro”, Camera di Commercio di Bari, Fiva Confcommercio e Cat Confcommercio, con l’obiettivo di analizzare la struttura delle microimprese del commercio su area pubblica e individuare azioni per rafforzarne la sostenibilità economica e sociale.

Lo studio, curato dai professori Corrado Crocetta e Fabio Manca dell’Università di Bari, evidenzia la necessità di politiche concrete di sostegno ai mercati, definiti “presìdi di storia, tradizione e servizi essenziali per i cittadini”. Un patrimonio economico e sociale che, secondo l’analisi, gode ancora di un livello di gradimento altissimo: il 97% dei cittadini ritiene che i mercati debbano restare al centro della vita urbana.

All’incontro hanno preso parte numerosi rappresentanti istituzionali e del mondo economico, tra cui Vito D’Ingeo, presidente di Confcommercio Bari-Bat, Giacomo Errico, presidente nazionale Fiva, Andrea Nazzarini, presidente Fiva Bari-Bat, Luciana Di Bisceglie, presidente della Camera di Commercio di Bari, e il sindaco di Bari Vito Leccese.

Nel suo intervento, Vito D’Ingeo ha ricordato che i mercati “non sono solo luoghi di scambio economico, ma spazi di socialità che danno identità ai quartieri”. Ha poi lanciato un appello alla politica affinché “si arrivi a una soluzione definitiva della questione Bolkestein, che oggi ostacola gli investimenti e frena il ricambio generazionale”.

Sulla stessa linea Giacomo Errico, presidente nazionale di Fiva Confcommercio, che ha definito il commercio ambulante “un pilastro dell’Italia autentica, fatta di lavoro, tradizione e relazioni umane”. Errico ha ribadito che “la gente vuole i mercati perché ha bisogno di socialità, non di città finte”, e ha sollecitato una riforma normativa chiara: “Siamo stanchi di promesse: è il momento di stabilire regole certe per tutelare chi lavora onestamente”.

Per Andrea Nazzarini, presidente Fiva Bari-Bat, è tempo di ricostruire “il prestigio perduto dei mercati”, partendo dalla creazione di una commissione regionale permanente che si occupi di programmare e rilanciare il settore. “I mercati stanno scomparendo – ha avvertito – perché chi amministra spesso non conosce la realtà del commercio ambulante e si lascia condizionare dalle lamentele di pochi, dimenticando che questi operatori offrono un servizio indispensabile”.

Un richiamo alla chiarezza normativa è arrivato anche da Luciana Di Bisceglie, presidente della Camera di Commercio di Bari, che ha ricordato come “regole certe e sostenibilità economica siano la condizione essenziale per permettere agli imprenditori di investire con fiducia”. Di Bisceglie ha sottolineato il valore dei mercati come servizi di prossimità, fondamentali per le fasce più anziane della popolazione: “Il 45% di chi vive nei centri storici ha più di 60 anni e ha bisogno di poter raggiungere il mercato a piedi, senza dipendere dall’auto. È un servizio alla persona, oltre che un valore urbano”.

La presidente ha infine invitato a guardare al modello europeo, dove i mercati sono diventati attrazioni turistiche e simboli identitari delle città: “Anche da noi devono essere luoghi da vivere e da promuovere, ma per riuscirci servono norme chiare e moderne, capaci di garantire uno sviluppo sostenibile al commercio ambulante”.

Dallo studio emerge con forza un messaggio condiviso: i mercati restano il cuore economico e sociale delle città, ma il loro futuro dipende da una nuova alleanza tra istituzioni, operatori e comunità locali, per restituire dignità e prospettive a un settore che ha fatto la storia del commercio pugliese.

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