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Il confronto
08 Ottobre 2025 - 19:05
Una veduta aerea di Taranto
TARANTO - Si accende il confronto politico intorno al futuro dell’ex Ilva di Taranto e alla transizione industriale del sito siderurgico. Nel corso dell’evento “Taranto. Hub della Sostenibilità Integrata e della Circolarità”, il ministro per le Imprese e il Made in Italy, Adolfo Urso, ha parlato dei progressi compiuti dal Governo nel percorso di riconversione. Ma le sue dichiarazioni hanno provocato la dura replica del senatore del Movimento 5 Stelle, Mario Turco, che ha definito le parole del ministro “un racconto irreale, costruito su bugie e omissioni”.
“Urso vive in un multiverso rose e fiori, dove tutto sembra funzionare, ma la realtà – ha dichiarato Turco – è che non un euro è stato stanziato dal Governo Meloni per la transizione ecologica ed energetica dell’ex Ilva. Il Tecnopolo del Mediterraneo è nato grazie al lavoro del Governo Conte II e del M5S, quando ero sottosegretario alla Presidenza del Consiglio. L’attuale esecutivo, al contrario, ha persino definanziato il progetto rispetto ai fondi originariamente previsti”.
Turco ha criticato anche la gestione ambientale e industriale del polo siderurgico, accusando il Governo di “aver rinnovato un’Aia che consente la produzione a carbone per altri 12 anni, ignorando completamente i problemi di sicurezza, salute e inquinamento che affliggono i cittadini tarantini”.
Il vicepresidente del M5S ha concluso sottolineando che “il Movimento 5 Stelle resta l’unica forza politica impegnata a promuovere una vera transizione ecologica, con interrogazioni, emendamenti e proposte di legge regolarmente depositate e sistematicamente ignorate dal Governo”.
Nello stesso evento, di segno opposto l’intervento del senatore di Forza Italia Antonio Trevisi, che ha espresso pieno sostegno al progetto di riconversione proposto da Confindustria Taranto.
“Condivido l’impostazione del piano, che mira a rilanciare l’area tarantina sotto il profilo sociale, economico e ambientale – ha dichiarato Trevisi –. Taranto ha un credito morale con lo Stato, dopo decenni di penalizzazioni e crisi che hanno colpito famiglie e lavoratori. È il momento di costruire un modello di sviluppo sostenibile, basato su nuove tecnologie e sulla valorizzazione delle produzioni locali”.
Trevisi ha poi sottolineato come la filiera industriale italiana debba tornare competitiva, puntando sulla manifattura sostenibile e sull’innovazione. “Abbiamo sbagliato a favorire le importazioni, soprattutto dalla Cina, anziché sostenere le imprese italiane nella produzione di pannelli fotovoltaici e auto elettriche. Da Taranto – ha aggiunto – può ripartire una nuova stagione del made in Italy, capace di coniugare crescita industriale e tutela ambientale”.
Due visioni opposte, dunque, ma unite da un punto fermo: il futuro del territorio tarantino resta una delle sfide cruciali per l’economia, l’ambiente e la credibilità industriale del Paese.
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