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Bari

Consiglieri supplenti, “Un blitz elettorale del centrosinistra per salvare assessori e consiglieri uscenti”

Il gruppo regionale di Fratelli d'Italia accusa la maggioranza di voler introdurre la nuova figura con un emendamento “fuori tempo massimo”. Si tratterebbe di un espediente per aumentare il numero dei Consiglieri da 50 a 60

Il  gruppo regionale di Fratelli d’Italia

Il gruppo regionale di Fratelli d’Italia

BARI - La polemica politica in Consiglio regionale si accende intorno all’ipotesi di introdurre in Puglia la figura del consigliere supplente. A prendere posizione è il gruppo regionale di Fratelli d’Italia, che definisce la proposta del centrosinistra “una manovra elettorale per creare nuove poltrone” e ne contesta apertamente il metodo e i tempi.

“È evidente – affermano da FdI – che la corsa all’introduzione del consigliere supplente non ha nulla di istituzionale ma serve solo a garantire la rielezione di qualche assessore o consigliere uscente delle province minori, come Brindisi e Barletta-Andria-Trani, dove la competizione sarà più dura”.

Secondo il gruppo di opposizione, la vicenda sarebbe stata distorta anche sul piano della comunicazione. “Si è fatto circolare – spiegano – che la Regione Sicilia, governata dal centrodestra, avrebbe già introdotto questa figura. Nulla di più falso: l’Assemblea regionale siciliana ha semplicemente espresso parere favorevole a un disegno di legge nazionale che modifica lo Statuto speciale, il quale dovrà essere esaminato e approvato da Camera e Senato. Inoltre, il centrodestra ha agito in modo trasparente, avviando la procedura a metà legislatura, non alla scadenza del mandato come sta accadendo in Puglia”.

FdI ricorda anche che “il Partito Democratico, lo stesso partito dell’assessore al Bilancio che punta a candidarsi, in Sicilia ha votato contro quella riforma, sostenendo che avrebbe comportato un aumento dei costi per le casse pubbliche regionali”.

Sul piano tecnico, i meloniani evidenziano che “qualsiasi modifica per introdurre una figura di questo tipo richiederebbe una revisione dello Statuto regionale e una nuova legge elettorale, procedure che non possono essere approvate a legislatura scaduta. Si tratterebbe di un atto privo di urgenza e facilmente impugnabile dal Governo davanti alla Corte Costituzionale”.

È assurdo cambiare le regole del gioco a 50 giorni dalle elezioni – sottolinea FdI – e chi sostiene questa proposta dimentica che la popolazione pugliese è scesa sotto i 4 milioni di abitanti, motivo per cui il numero dei consiglieri sarebbe dovuto passare da 50 a 40. Invece, grazie a un accordo tra tutte le forze parlamentari – escluso il Movimento 5 Stelle – si è deciso di mantenere l’attuale composizione. Ora, però, il centrosinistra vuole addirittura portare i seggi a 58 o 60: una follia”.

Il gruppo regionale richiama infine l’attenzione anche sugli aspetti economici. “Gli stanziamenti destinati ai gruppi consiliari – ricordano – sono regolati da una normativa nazionale (decreto legge 174 del 2012, convertito nella legge 213 dello stesso anno) e non possono essere utilizzati per retribuire eventuali supplenti o ‘ripescati’. Le indennità, le aspettative di lavoro e i contributi figurativi renderebbero la spesa complessiva superiore ai 3 milioni di euro previsti”.

“Chi vuole introdurre questa norma – concludono da Fratelli d’Italia – non tutela la rappresentanza, ma alimenta solo la sfiducia dei cittadini. La Puglia ha bisogno di trasparenza, non di operazioni di potere fatte a fine legislatura”.

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