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Taranto
08 Ottobre 2025 - 16:02
Il Consiglio di fabbrica ex Ilva
Francesco Brigati, segretario generale Fiom-Cgil Taranto in occasione del Consiglio di fabbrica ex Ilva
TARANTO – A pochi giorni dallo sciopero generale del 16 ottobre, la Fiom-Cgil di Taranto alza la voce e chiede al Governo il ritiro immediato del bando di vendita internazionale dell’ex Ilva, giudicato “fallimentare” e contrario agli interessi dei lavoratori e della città.
Il messaggio è arrivato forte e chiaro durante il consiglio di fabbrica straordinario convocato dalle sigle Fim, Fiom e Uilm, che ha riunito i rappresentanti sindacali delle Rsu di Acciaierie d’Italia in amministrazione straordinaria e dei lavoratori dell’appalto.
“Il bando di vendita va fermato subito – ha dichiarato Francesco Brigati, segretario generale della Fiom-Cgil Taranto – perché è ormai evidente che non garantisce né l’occupazione né la transizione ecologica. Serve un ruolo pubblico forte, capace di assicurare una prospettiva industriale e sociale concreta per Taranto e per l’intero gruppo siderurgico”.
Brigati ha poi denunciato come le anticipazioni sulla stampa relative ai possibili esuberi e alla mancanza di una strategia di rilancio reale delineino “un quadro allarmante: nessun passo avanti sul fronte della decarbonizzazione, nessuna garanzia per i lavoratori, nessuna risposta credibile sul risanamento ambientale”.
Di qui la decisione di dare vita a una mobilitazione di tutto il gruppo industriale, che a Taranto culminerà il 16 ottobre con un corteo dei lavoratori che partirà dai cancelli dello stabilimento ex Ilva per arrivare fino a Palazzo di Città, dove sarà consegnato al sindaco Piero Bitetti un documento con le richieste del fronte sindacale.
“È il momento di riprenderci il futuro – ha ribadito Brigati – e di rimettere al centro tre questioni fondamentali: occupazione, ambiente e produzione sostenibile. Il cambiamento reale non può arrivare dall’alto, ma dalle lavoratrici e dai lavoratori, che saranno in piazza per chiedere al Governo Meloni una soluzione definitiva e strutturale. La risposta deve essere una sola: un intervento pubblico vero, che trasformi il modello produttivo, tuteli l’occupazione e garantisca prospettive certe per tutti”.
Anche nel caso in cui da Palazzo Chigi arrivasse una convocazione prima della data dello sciopero, la Fiom conferma che la protesta si terrà comunque. “La giornata di mobilitazione resta confermata – ha concluso Brigati – perché pretendiamo risposte concrete e immediate: è in gioco il lavoro, la salute e il futuro della nostra comunità”.
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