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Bari
08 Ottobre 2025 - 06:38
Studi di Fisica - archivio
BARI - Ha il sapore di un riconoscimento condiviso la notizia del premio Nobel per la Fisica assegnato a Michel Devoret, scienziato francese di fama mondiale. Tra i suoi collaboratori figura infatti Saverio Pascazio, professore ordinario di Fisica Teorica all’Università degli Studi di Bari Aldo Moro, con cui Devoret aveva firmato nel 2017 un articolo di ricerca che oggi viene considerato parte integrante del percorso scientifico che ha condotto alle più recenti tecnologie quantistiche.
Lo studio, pubblicato su rivista internazionale, riguardava lo “studio dei modelli quantistici a variabili discrete”, un ambito che rappresenta uno dei pilastri dello sviluppo dei computer quantistici e dei sensori quantistici. In una nota ufficiale, l’Università di Bari ha sottolineato l’importanza di quel lavoro congiunto, inserendolo nel contesto di una collaborazione di grande valore accademico.
“Sono oggi ancora più orgoglioso di aver lavorato con Michel Devoret e di aver contribuito ai progressi scientifici in un campo così cruciale”, ha dichiarato il professor Pascazio, commentando la notizia del Nobel. “Basti pensare – ha aggiunto – che la maggior parte dei computer quantistici oggi esistenti, come quelli di Google o IBM, utilizzano qubit a superconduttori, resi possibili proprio dagli studi di Devoret, Clarke e Martinis, premiati quest’anno”.
Il docente barese ha poi evidenziato come le tecnologie quantistiche stiano rivoluzionando campi strategici come chimica, scienza dei materiali, sicurezza informatica, computazione e comunicazione quantistica, accelerando la scoperta di nuovi farmaci e lo sviluppo di reti di sensori ad altissima precisione, con un impatto diretto sul progresso sociale ed economico.
Ma quella con Devoret non è l’unica collaborazione di rilievo nel percorso scientifico di Saverio Pascazio. Il fisico barese ha infatti firmato pubblicazioni anche con Serge Haroche, premio Nobel per la Fisica 2012, e con Giorgio Parisi, insignito dello stesso riconoscimento nel 2021.
Una carriera, la sua, segnata da rapporti di ricerca con alcuni tra i più grandi protagonisti della fisica moderna, che confermano il ruolo di primo piano dell’Ateneo barese nel panorama scientifico internazionale.
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