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Bari
07 Ottobre 2025 - 09:49
Agricoltura
BARI - La biodiversità pugliese continua a vivere grazie al lavoro silenzioso e tenace di agricoltori e allevatori che custodiscono un patrimonio di 139 specie vegetali e 9 razze animali a rischio estinzione. È quanto emerge dai dati diffusi da Coldiretti Puglia in occasione della presentazione del progetto Regerop, realizzato con la collaborazione dell’Università di Bari e illustrato il 10 ottobre nell’ambito della fiera Agrilevante.
Secondo l’organizzazione agricola, la Puglia dispone di 245 mila ettari di aree naturali protette, un territorio immenso che copre quasi l’intero cuore verde della regione. Di queste, il 75,8% è costituito da parchi nazionali, in particolare il Gargano e l’Alta Murgia, mentre l’8,3% comprende aree e riserve marine. Le province più tutelate risultano Foggia, con il 51,5% di superficie sotto protezione, e Bari, con il 27,7%. In queste zone convivono 2.500 specie vegetali, testimoni di una straordinaria varietà biologica che fa della regione una delle più ricche d’Italia.
“La biodiversità è un tesoro culturale, ambientale ed economico che la Puglia deve difendere con decisione – ha dichiarato Pietro Piccioni, direttore di Coldiretti Puglia –. Gli effetti del cambiamento climatico, il consumo di suolo e la spinta verso l’omologazione delle produzioni mettono a rischio la nostra identità agricola. Occorre salvaguardare il modello produttivo legato al territorio, capace di garantire sicurezza alimentare, qualità e sostenibilità. Il paesaggio e la natura non sono ostacoli allo sviluppo, ma strumenti di crescita civile e culturale”.
Il fenomeno della perdita di biodiversità, spiega Coldiretti, non è circoscritto alla Puglia. A livello nazionale, due terzi della frutta antica sono scomparsi nel secolo scorso: delle circa 400 varietà di mele un tempo coltivate in Italia, oggi il 90% del mercato è dominato da appena quattro. Una tendenza che impoverisce i sapori e riduce la capacità delle colture di adattarsi ai mutamenti climatici.
A contrastare questa deriva è l’azione concreta di migliaia di agricoltori che, negli ultimi anni, hanno dato vita a un recupero sistematico di varietà dimenticate. La Fondazione Campagna Amica ha censito oltre 1.500 prodotti in via di estinzione, raccolti sotto il marchio dei “Sigilli di Campagna Amica”, autentici ambasciatori della biodiversità italiana. Nei mercati contadini trovano così nuova vita legumi antichi, cereali rari, ortaggi tradizionali e razze animali autoctone, frutto di un sapere contadino tramandato da generazioni.
Ogni prodotto rappresenta una storia di resistenza e di memoria: piccoli semi salvati dall’oblio, allevamenti familiari che continuano a custodire razze minacciate, varietà coltivate in aree marginali dove la terra conserva ancora il ritmo delle stagioni. Per Coldiretti, questa rete diffusa di produttori costituisce un argine contro la standardizzazione del gusto e la perdita di identità agricola, ma anche una leva per educare i consumatori alla sostenibilità e al valore della diversità.
L’impegno della Puglia nella tutela della biodiversità trova eco anche sul piano internazionale. Il progetto Campagna Amica, nato come rete di mercati contadini, si è trasformato in un modello riconosciuto nel mondo. Giovedì 22 maggio, a Tunisi, sarà inaugurato il primo mercato contadino mediterraneo e africano, realizzato grazie al progetto MAMI – Mediterranean and African Markets Initiative (Farmers Markets Project), promosso dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e coordinato dal Ciheam Bari, in collaborazione con la World Farmers Markets Coalition e la Fondazione Campagna Amica.
Per l’occasione sarà allestita una mostra della biodiversità che metterà fianco a fianco i prodotti di Tunisia, Italia, Egitto, Libano e Kenya, simbolo di un dialogo tra culture agricole unite dalla stessa sfida: difendere la ricchezza delle produzioni locali e promuovere un’agricoltura equa, sostenibile e rispettosa dell’ambiente.
In un momento in cui la crisi climatica e l’omologazione dei mercati minacciano la varietà delle colture, la Puglia si conferma così laboratorio di buone pratiche e terra custode del futuro alimentare, dove il lavoro nei campi non è solo economia, ma anche cultura, etica e difesa del pianeta.
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