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Andria

Lo spaccio? Un affare di famiglia: sei misure cautelari, sfruttavano anche 4 minorenni

Operazione dei Carabinieri del Comando Provinciale di Barletta-Andria-Trani su disposizione del Gip di Trani. Gli indagati sono accusati di spaccio e favoreggiamento, con l’aggravante di aver impiegato minori nell’attività criminale

Operazione dei Carabinieri Bat

Operazione dei Carabinieri Bat

ANDRIA - Una fitta rete di spaccio gestita da un nucleo familiare è stata smantellata dai Carabinieri del Comando Provinciale di Barletta-Andria-Trani, che hanno eseguito sei misure cautelari nei confronti di altrettanti indagati, accusati di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti in concorso, favoreggiamento personale ed evasione, con l’aggravante di essersi avvalsi della collaborazione di quattro minorenni.

Il provvedimento, disposto dal Tribunale di Trani su richiesta della Procura della Repubblica, è stato eseguito nelle prime ore del mattino ad Andria con l’impiego di 50 militari, supportati dal 6° Nucleo Elicotteri, dallo Squadrone Eliportato Cacciatori Puglia e dal Nucleo Cinofili di Modugno.

Le indagini, condotte tra gennaio e marzo 2025 dalla Stazione dei Carabinieri di Andria con il supporto della Sezione Operativa, sono nate dagli approfondimenti successivi a due sequestri di droga effettuati nel 2024 in via Suor Caterina del Balzo, nel cuore del centro storico. Il 6 giugno 2024, i militari avevano scoperto hashish e marijuana nascosti in un contatore del gas; un secondo intervento, il 14 dicembre, aveva portato al sequestro di un’ulteriore quantità di stupefacente nello stesso punto e all’arresto di uno degli indagati, trovato poi in casa con altra droga.

Le attività investigative hanno documentato l’esistenza di un gruppo organizzato composto da soggetti tra i 19 e i 44 anni, che aveva trasformato via Suor Caterina del Balzo in una piazza di spaccio stabile e redditizia. Secondo quanto accertato, il traffico era gestito da due fratelli, coadiuvati dal padre, che si occupava dell’approvvigionamento della droga. Il Tribunale ha disposto il carcere per uno dei due e gli arresti domiciliari per l’altro, mentre altri componenti risultano sottoposti a diverse misure restrittive.

Gli indagati, secondo quanto emerso, si sarebbero avvalsi anche di quattro minorenni, tra cui un ragazzo di 17 anni, impiegati come pusher. Il gruppo operava con modalità sofisticate: la droga veniva nascosta in barattoli calamitati inseriti nei canali di scolo, conservata in abitazioni d’appoggio e distribuita con l’uso di biciclette elettriche per muoversi rapidamente nel dedalo del centro storico.

Gli investigatori hanno inoltre individuato l’uso di numerose schede SIM intestate fittiziamente a cittadini extracomunitari, strumenti che servivano per ostacolare l’identificazione dei responsabili. Le telecamere installate nella via, i servizi di osservazione e i pedinamenti hanno documentato circa 100 cessioni al giorno, con un incasso stimato in 3.000 euro quotidiani.

In una fase precedente dell’indagine erano già stati arrestati due soggetti e denunciato un terzo per detenzione ai fini di spaccio, oltre a essere stati contestati diversi illeciti amministrativi ai consumatori.

L’intera operazione, coordinata dalla Procura della Repubblica di Trani, conferma l’azione costante dei Carabinieri dell’Arma nella lotta al traffico di stupefacenti e nel presidio delle aree più vulnerabili del territorio andriese, teatro negli ultimi anni di episodi di degrado legati al microspaccio.

Gli inquirenti sottolineano come l’attività investigativa abbia disarticolato una rete familiare ben strutturata, capace di gestire un flusso quotidiano di droga nel cuore della città, trasformando una semplice via residenziale in un vero snodo dello spaccio locale.

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