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Bari
06 Ottobre 2025 - 11:44
Equipe centro ustioni Policlinico di Bari
BARI - È stata un’estate di pressione senza precedenti per il Centro Ustioni del Policlinico di Bari, che da giugno a settembre ha registrato 51 pazienti ricoverati. I 6 posti di terapia intensiva e i 6 di subintensiva sono rimasti costantemente occupati dai 44 pazienti che si sono alternati nel corso delle settimane. L’elevato carico di lavoro ha coinvolto pesantemente anche le due Rianimazioni del Policlinico, dirette dal professor Marco Ranieri e dal professor Salvatore Grasso, dove 7 pazienti sono stati ricoverati e trattati per le gravi ustioni riportate dall’equipe del Centro.
Il reparto barese rappresenta un punto di riferimento per tutto il Mezzogiorno: 11 pazienti provenivano da altre regioni, tra cui 5 dalla Calabria, 3 dalla Basilicata, 1 dalla Campania, 1 dal Molise e 1 dal Piemonte.
“Le ustioni possono colpire chiunque – adulti, anziani e bambini – e le cause sono spesso accidentali”, spiega il dottor Giulio Maggio, responsabile del Centro. “Nel 95% dei casi le ustioni sono provocate da fiamme, soprattutto per l’uso improprio di alcol e benzina; nel 4% da liquidi bollenti, in particolare nei bambini; nell’1% da agenti chimici, spesso incidenti sul lavoro”.
Tra gli episodi più frequenti figurano barbecue o falò accesi con alcol, preparazione di liquori in presenza di sigarette accese, abiti sintetici che prendono fuoco durante la cottura, cadute con pentole di acqua bollente, incendi di sterpaglie in campagna ed esplosioni di serbatoi di benzina o bombole di gas.
“Il trattamento dei grandi ustionati è lungo e complesso – aggiunge il dottor Maggio –: per ustioni superiori al 20% la degenza media è di circa 30 giorni, mentre nei casi più estesi con insufficienza respiratoria si può arrivare a 3 mesi di ospedale”.
Il centro adotta un approccio multidisciplinare, che coinvolge rianimatori, infettivologi, fisiatri, neurologi, nefrologi, psichiatri, cardiologi, ematologi, nutrizionisti, farmacisti e psicologi. Particolare attenzione è riservata agli infermieri, formati specificamente per la terapia intensiva e il wound care, agli OSS, fondamentali per l’imponente carico assistenziale, e ai fisioterapisti, indispensabili per il recupero dei pazienti sia nella fase acuta sia nella lunga riabilitazione.
“L’indice di mortalità per ustioni profonde superiori al 70% resta elevato – sottolinea il dottor Maggio – ma il nostro dovere è fare sempre l’impossibile per ogni paziente con i trattamenti più avanzati, come l’integrazione tra escarolisi enzimatica precoce e la chirurgia biorigenerativa che pratichiamo al Policlinico di Bari”.
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