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Lecce

Controlli serrati su armi e licenze: centinaia di verifiche e provvedimenti della Questura

Dall’inizio dell’anno oltre 570 detentori passati al setaccio, armi ritirate e deferimenti all’autorità giudiziaria nell’ambito dell’attività di prevenzione e sicurezza pubblica

La Questura di Lecce

La Questura di Lecce

LECCE - La Questura di Lecce, attraverso l’Ufficio Armi della Divisione PAS e le Squadre Amministrative dei Commissariati di Galatina, Nardò, Gallipoli, Otranto e Taurisano, sta portando avanti un’intensa attività di controllo sui detentori di armi, finalizzata a verificare il mantenimento dei requisiti psicofisici richiesti per legge, la corretta custodia delle armi e l’assenza di motivi ostativi che possano compromettere l’affidabilità dei titolari.

Le verifiche riguardano soprattutto la certificazione medica quinquennale, documento che attesta la buona salute psicofisica di chi detiene armi o possiede licenze di porto di fucile. La normativa – ricorda la Questura – prevede in Italia il divieto assoluto di portare armi: la concessione del titolo di polizia è un’eccezione che richiede un’accurata istruttoria sulla persona, sul contesto familiare e sociale, al fine di garantire il corretto utilizzo del titolo concesso.

Questa attività, definita “invisibile” dagli operatori, ha una funzione preventiva: scatta ogni volta che emergono campanelli d’allarme che suggeriscono di ritirare in via cautelare le armi a chi attraversa periodi di disagio psicologico o è coinvolto in conflittualità familiari, di vicinato o lavorative. Fondamentale, quindi, mantenere sempre aggiornati i documenti relativi all’idoneità e presentare puntualmente la certificazione medica prevista dall’articolo 3, comma 2, del decreto legislativo 104 del 10 agosto 2018. In caso di mancata presentazione, il Prefetto può vietare la detenzione delle armi denunciate. L’obbligo riguarda tutti i possessori di armi comuni, anche da collezione, mentre sono esentati solo i collezionisti di armi antiche.

Il certificato medico, disciplinato dall’articolo 35, comma 7, del TULPS e dal decreto del Ministero della Sanità del 28 aprile 1998, deve essere rilasciato dalla ASL, dagli Uffici medico-legali o da un medico militare, previo certificato anamnestico del medico curante, e va presentato all’ufficio di pubblica sicurezza competente per territorio, come Questura, Commissariato o Stazione dei Carabinieri.

Un richiamo specifico viene rivolto anche agli eredi che, alla morte di un congiunto, si ritrovano con armi e munizioni in casa: senza averne dato comunicazione all’Autorità di pubblica sicurezza e senza possedere i necessari titoli (nulla osta o licenza di porto d’armi), non possono detenerle legalmente. In alcuni casi ignari acquirenti di immobili hanno rinvenuto armi appartenute ai precedenti proprietari, trovandosi a detenerle senza titolo. In queste circostanze occorre informare immediatamente l’Autorità competente, che provvederà a risalire ai legittimi proprietari o agli eredi. Chi non intende conservare le armi può cederle ad armerie o a persone munite di licenza valida, comunicandolo subito alla pubblica sicurezza, oppure concordare il ritiro ai fini della rottamazione. In presenza di più eredi è necessaria una dichiarazione di rinuncia al possesso delle armi da consegnare all’Autorità, con espressione del consenso alla rottamazione.

Il bilancio dell’attività svolta dall’inizio dell’anno conferma la portata del lavoro: 577 detentori controllati, 150 armi ritirate per la rottamazione, 268 armi già rottamate, 81 ritiri cautelari, 229 diffide per regolarizzare la posizione, 4 deferimenti all’autorità giudiziaria per detenzione illegale di armi e omessa denuncia, 38 dinieghi al rilascio o rinnovo del porto d’armi e 28 revoche delle licenze.

Un quadro che testimonia la vigilanza costante della Questura di Lecce e dei suoi commissariati sul territorio, per garantire sicurezza pubblica e prevenzione attraverso controlli puntuali e azioni mirate a tutelare la collettività.

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