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Lecce
02 Ottobre 2025 - 13:30
Ruggiero Mennea
LECCE - La Regione Puglia, attraverso la collaborazione tra il Dipartimento Welfare e il Dipartimento Promozione della Salute e del Benessere Animale, ha approvato le prime linee di indirizzo per l’attuazione del Decreto Legislativo 62/2024. La fase iniziale della sperimentazione si svolgerà nella provincia di Lecce per testare sul campo il nuovo modello organizzativo, prima di un’estensione graduale all’intero territorio regionale.
Il percorso prevede una sequenza di fasi operative coerenti: dalla valutazione di base, necessaria al riconoscimento della condizione di disabilità, alla presentazione dell’istanza per l’attivazione del Progetto di Vita, fino alla valutazione multidimensionale potenziata realizzata da équipe interdisciplinari.
“La persona con disabilità non sarà più valutata solo sul piano sanitario, ma nella completezza della sua vita” ha spiegato il vicepresidente della Regione e assessore alla Sanità Raffaele Piemontese. “Si parte da una valutazione di base, si attiva la domanda e, grazie a équipe multidisciplinari, si costruisce un percorso personalizzato che integra salute, sociale, educazione e lavoro. Così superiamo la frammentazione e garantiamo una presa in carico unitaria, centrata sui diritti e sui desideri delle persone”.
Al centro della riforma c’è proprio la valutazione multidimensionale, che supera la logica esclusivamente sanitaria per restituire una visione bio-psico-sociale della persona, ispirata ai riferimenti internazionali ICF e ICD. Non si tratta solo di un accertamento, ma di una ricostruzione del profilo di funzionamento nei diversi contesti di vita, con l’obiettivo di individuare i sostegni personalizzati attivabili nel Progetto di Vita.
“Grazie al lavoro dei due Dipartimenti coinvolti e alla collaborazione con la rete dei servizi locali possiamo avviare un percorso che concretizza il principio di accomodamento ragionevole, trasformando l’integrazione tra sociale e sanitario in un diritto esigibile per le persone con disabilità – ha dichiarato il consigliere delegato al Welfare Ruggiero Mennea –. Auspico che la riforma nazionale sia accompagnata da adeguate risorse economiche e dalla necessaria flessibilità, perché diversamente verrebbe vanificata la sua logica. Siamo ancora in attesa dell’approvazione dei piani su non autosufficienza e anziani, circostanza che crea difficoltà di programmazione e incide sulla possibilità di dare servizi alle persone con disabilità”.
Un elemento qualificante delle linee guida regionali è la costruzione di una rete integrata tra i diversi livelli istituzionali e organizzativi. Ambiti Territoriali Sociali, Aziende Sanitarie Locali e Distretti Socio-Sanitari dovranno regolare, anche con accordi specifici, l’erogazione coordinata di prestazioni, interventi e servizi. In questo modo sarà possibile superare la frammentazione che spesso ostacola i percorsi delle persone con disabilità e garantire una presa in carico realmente unitaria, con ogni intervento – sanitario, sociale, educativo o lavorativo – inserito in un disegno coerente centrato sulla persona.
Per accompagnare il percorso il Dipartimento Welfare istituirà un sistema di monitoraggio regionale per valutare l’attuazione della riforma, rilevare eventuali criticità e costruire progressivamente un modello organizzativo sostenibile e replicabile. Il Gruppo di monitoraggio promuoverà tavoli di confronto tematici e consultazioni partecipate con i soggetti coinvolti, per condividere buone pratiche, valorizzare i progressi e proporre eventuali correttivi.
“Il nostro impegno – evidenzia Valentina Romano, direttrice del Dipartimento Welfare – è garantire coerenza, qualità e sostenibilità a questa riforma. La valutazione multidimensionale ci permette di leggere la persona nella sua complessità, superando classificazioni rigide e valorizzandone le risorse e le aspirazioni, in linea con le politiche regionali per la costruzione di percorsi personalizzati”.
Il Progetto di Vita si fonda sul principio dell’accomodamento ragionevole, cioè la possibilità di modulare e adattare risorse e servizi esistenti per garantire pieno ed equo accesso agli interventi, senza creare nuovi apparati ma rendendo più flessibili quelli già disponibili. Un approccio che mette al centro diritti e desideri delle persone con disabilità, evitando soluzioni standardizzate e valorizzando invece la personalizzazione degli interventi.
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Testata: Buonasera
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