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Sviluppo

«Taranto perde un'altra grande occasione: Renexia abbandona il progetto per le turbine eoliche»

La rabbia della Uil: «L'immobilismo della politica locale ha spinto gli investitori a cercare altrove. Ancora una volta, la città perde una possibilità di sviluppo e occupazione»

Energia eolica

Energia eolica

Le recenti notizie sulla decisione di Renexia di abbandonare il progetto per la realizzazione di una fabbrica di turbine eoliche a Taranto rappresentano l'ennesima batosta per l'occupazione e lo sviluppo della città. Per Carmelo Sasso, segretario generale UIL Trasporti Taranto, si tratta di una grande opportunità persa per il rilancio del porto e per la crescita dell'occupazione locale.

"Non possiamo nascondere la nostra preoccupazione per il futuro del porto di Taranto e per i lavoratori. La scelta di Renexia di dirottare il progetto in Abruzzo è una ulteriore sconfitta per la città, che si vede sfumare un’opportunità straordinaria di sviluppo economico e industriale", afferma Sasso. Il progetto, infatti, prevedeva un investimento da 500 milioni di euro e la creazione di circa 1.500 posti di lavoro diretti e indiretti, con la produzione di turbine eoliche flottanti per il parco eolico offshore di Med Wind, nell’area di Trapani.

Secondo Sasso, la causa principale di questa scelta risiede nell’immobilismo delle istituzioni locali. "Purtroppo, la politica locale ha perso ancora una volta una grande occasione. L’Autorità Portuale, pur avendo a disposizione tutte le condizioni per attrarre investimenti di questa portata, non è riuscita a definire con chiarezza i termini dell’insediamento di questo progetto ridefinendo i termini della concessione del Molo Polisettoriale oppure fornendo una diversa collocazione dello stesso all’interno del sedime portuale ionico. Non si è riusciti ancora una volta come territorio a rispondere alle esigenze degli importanti investitori internazionali sommando all’incertezza sulla opportunità e volontà del territorio di accogliere un investimento importante supportato però da un partner Cinese e i ritardi nelle relative decisioni hanno fatto il resto", commenta il segretario dei Trasporti.

Questo progetto che avrebbe peraltro chiuso il ciclo della filiera del settore dell’energia eolica offshore nel porto di Taranto avrebbe dovuto rappresentare non solo una crescita per l'industria dell'energia rinnovabile in Italia, ma anche una risorsa importante per i lavoratori ex TCT, il terminal container di Taranto, che da tempo vivono una situazione di incertezza occupazionale. Circa 300 operai, infatti, avrebbero potuto essere ricollocati nel nuovo progetto. "Abbiamo lavorato per ottenere risorse per la formazione e per il reinserimento dei lavoratori, ma ad oggi i fondi sono bloccati poiché non si conoscono le linee di sviluppo cui indirizzare la riqualificazione delle maestranze. Le lavoratrici ed i lavoratori aspettano risposte, ma la politica sembra non avere la capacità di dare soluzioni concrete", aggiunge Sasso.

Carmelo Sasso

La decisione di Renexia arriva dopo una lunga fase di valutazione che aveva visto Taranto tra le principali aree di interesse per il progetto, insieme a Brindisi. Tuttavia, nonostante le valutazioni positive espresse dal direttore generale Riccardo Toto e il protocollo d'intesa firmato nel 2024 con il Ministero delle Imprese, alla fine il progetto ha trovato un'accoglienza più favorevole in Abruzzo. "La nostra città ha perso una ennesima occasione storica. I progetti di sviluppo per Taranto continuano a rimanere solo parole e promesse non mantenute", commenta Sasso, visibilmente frustrato dalla situazione.

Il Segretario di UIL Trasporti esprime anche la sua preoccupazione per l'immobilismo delle istituzioni locali, che non hanno saputo cogliere le opportunità che si sono presentate. "Questa vicenda dimostra chiaramente che Taranto non ha ancora la capacità di attrarre investimenti significativi. Mentre altre città, come Vasto, hanno saputo sfruttare meglio le proprie risorse, Taranto continua a restare indietro. Sono convinto ancor di più della necessità della creazione di una cabina di regia congiunta tra organizzazioni sindacali, Comune, Provincia e AdSP che entri nel merito di come far uscire il Porto di Taranto da questa lunga fase di crisi" conclude Sasso.

A concludere, l’intervento del coordinatore territoriale Gennaro Oliva, che evidenzia la drammatica situazione del lavoro a Taranto: “Viviamo in una città che detiene il record nazionale di ore di cassa integrazione e dove ormai si contano più ex lavoratori di aziende che hanno scelto di delocalizzare altrove che addetti ancora in attività. Da anni si parla di fondi, progetti e investimenti, ma quando si tratta di attrarre nuovi imprenditori con progetti importanti, questi finiscono per fuggire. Per questo chiediamo come UIL alla politica di abbandonare definitivamente il modello sterile del muro contro muro e di concentrare, invece, tutte le energie sul futuro della città e dei suoi lavoratori.”

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