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Taranto
29 Settembre 2025 - 11:58
Ex Ilva al bivio
TARANTO - Europa Verde – Alleanza Verdi e Sinistra ha depositato un’offerta simbolica di 2 euro per acquisire il complesso aziendale di Taranto nell’ambito della procedura di vendita di Ilva/Acciaierie d’Italia in amministrazione straordinaria. I Commissari straordinari hanno respinto la proposta, giudicandola «non conforme ai criteri di gara».
Il movimento ecologista rivendica però la scelta come atto politico e programmatico, sottolineando che l’offerta non corrisponde a un bando «costruito per perpetuare un modello industriale fallimentare e nocivo», ma rispecchia i principi della Costituzione italiana, del Trattato dell’Unione Europea, delle direttive comunitarie e delle sentenze della CEDU e della Corte di Giustizia Europea, che pongono al centro salute, ambiente e lavoro.
Secondo Europa Verde, le altre offerte presentate – per la maggior parte da 1 euro – seguono una logica «da private equity», finalizzata a valorizzare asset e disinvestire rapidamente «senza alcun progetto unitario per Taranto», lasciando allo Stato le bonifiche e ai cittadini disoccupazione e problemi ambientali. «Con la nostra proposta – affermano i promotori – vogliamo dire che Taranto vale molto di più dell’acciaio sporco».
Il programma delineato da Europa Verde prevede la chiusura dell’area a caldo e delle produzioni siderurgiche inquinanti, il trasferimento della titolarità degli impianti alla cittadinanza, l’istituzione di un gruppo di esperti indipendenti per guidare la riqualificazione di 15.000 ettari di area industriale, l’avvio immediato delle bonifiche e la restituzione delle aree ai tarantini. La riconversione del sito dovrebbe puntare su energie rinnovabili, economia circolare, cantieristica verde e innovazione industriale pulita.
La proposta mette al centro anche i lavoratori, con il ricorso al Just Transition Fund per bonifiche e riqualificazione, l’utilizzo degli strumenti di welfare come CIGS, incentivi all’esodo e prepensionamenti per attività usuranti e da esposizione ad amianto, l’attivazione del Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione (FEG) e del FSE+, oltre a clausole sociali nei nuovi appalti, ad esempio nell’Arsenale Militare di Taranto.
«La nostra – concludono i portavoce Rosa D’Amato e Gregorio Mariggiò – è l’unica offerta che mette al centro operai e città. Se i criteri di gara ignorano salute, ambiente e dignità del lavoro, siamo orgogliosi che la nostra proposta non li rispetti. Nei prossimi giorni apriremo tavoli con esperti per illustrare analisi occupazionali, interventi del FEG e politiche attive e passive per il territorio».
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