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Taranto
29 Settembre 2025 - 08:11
L'ex Ilva
TARANTO - “Taranto la bella addormentata, in perenne attesa del futuro della grande fabbrica”. Così si apre il comunicato con cui Confartigianato Imprese Taranto fotografa la situazione del territorio, denunciando l’ennesimo autunno difficile per la città e la sua economia. Il segretario generale Fabio Paolillo parla di una comunità che fatica a liberarsi dall’economia monosettoriale della grande industria e continua a rimandare scelte decisive per un nuovo modello di sviluppo.
Nel documento Confartigianato ricorda come l’economia tarantina, costruita nel secolo scorso, sia ormai segnata dal ridimensionamento del più grande Arsenale militare d’Italia, dell’insediamento della Marina Militare, del porto commerciale e del polo siderurgico. “Oggi – sottolinea l’associazione – il territorio attende, ma la grande industria non potrà più garantire sviluppo diffuso”. Lo dimostrano i dati sulla cassa integrazione tra i più alti d’Italia e il persistente tasso di disoccupazione giovanile che costringe molti ragazzi a emigrare. La monocultura industriale, si legge ancora, ha reso marginali turismo, economia del mare, artigianato, agricoltura e allevamento, mettendo in sofferenza anche il commercio. Un quadro che potrebbe aggravarsi con l’arrivo di 3.000/4.000 esuberi legati alla sperata riconversione green dell’acciaieria.
Confartigianato cita le risorse già stanziate dallo Stato e dall’Unione Europea – CIS e Just Transition Fund – per accompagnare una riconversione economica, ma avverte che “il territorio non si è fatto trovare pronto”. Mancano la bonifica ambientale e soprattutto una visione strategica condivisa per la nuova economia del territorio, capace di garantire pari opportunità per tutti.
Per l’associazione il primo passo per normalizzare un territorio devastato socialmente ed economicamente è rilanciare l’economia di vicinato, rafforzando il tessuto sociale e la vitalità urbana. “I negozi di prossimità – ricorda Paolillo – stimolano la socializzazione e l’interazione nei quartieri. Ma le strade di Taranto non sono più luoghi di incontro, pochissime sono ancora vive e attrattive”.
Confartigianato esprime apprezzamento per la volontà della nuova amministrazione comunale di invertire la rotta, ma chiede di accelerare i tempi, mentre i negozi chiudono e i piccoli imprenditori cedono sotto la concorrenza della grande distribuzione, dell’e-commerce e dell’indifferenza istituzionale. L’associazione indica alcune priorità: un Piano urbanistico generale flessibile, orientato alla rigenerazione urbana e non al consumo di nuovo suolo; un piano di valorizzazione della Città Vecchia e del Borgo per dare certezze agli investitori; investimenti su decoro urbano, pulizia e sicurezza per rendere Taranto più vivibile e contrastare la desertificazione commerciale.
Altro tema cruciale è la mobilità urbana. Confartigianato auspica che il sistema BRT possa centrare l’obiettivo, ma sollecita nel frattempo soluzioni permanenti per facilitare accesso, circolazione e parcheggi, riportando i cittadini nelle strade e nei negozi. Non meno urgente il nodo della fiscalità locale: “Tariffe ai massimi consentiti, TARI pesantissima nonostante la raccolta differenziata. Una situazione insostenibile” denuncia Paolillo.
L’associazione chiede una revisione del Piano strategico del commercio, approvato lo scorso anno con il solo parere contrario di Confartigianato, per orientare in modo equilibrato lo sviluppo del commercio locale, incentivare chi apre nuove attività e chi opera in zone svantaggiate, contrastare l’abusivismo e l’illegalità. Infine punta sul turismo, da sviluppare come gamba importante dell’economia territoriale facendo rete con gli altri comuni della provincia.
“Rinnoviamo l’invito al sindaco Piero Bitetti e alla sua giunta – conclude Paolillo – ad avviare un confronto su questi temi fondamentali per la rinascita sociale ed economica della nostra città”.
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