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Bari
26 Settembre 2025 - 11:25
Blitz in Italia e all’estero contro le tv pirata
BARI - Un’operazione definita dagli inquirenti di portata storica ha smantellato il 70% dello streaming illegale in Italia, colpendo un’organizzazione che avrebbe gestito il vero e proprio vertice del mercato pirata nazionale. A Catania sono finiti agli arresti domiciliari in 8, accusati di associazione a delinquere finalizzata alla diffusione di contenuti riservati alle pay-tv, accesso abusivo a sistemi informatici e frode informatica.
Secondo quanto accertato dagli investigatori, il giro d’affari avrebbe generato profitti per circa 10 milioni di euro, mentre i danni subiti dall’industria audiovisiva supererebbero i 30 milioni di euro al mese. Nel mirino della pirateria piattaforme come Sky, Dazn, Mediaset, Amazon Prime e Netflix, sfruttate attraverso un sistema di Iptv illegali che garantiva abbonamenti a basso costo a una platea enorme di fruitori.
Gli arrestati risiedono a Catania, Siracusa, Roma e Brescia, oltre che all’estero. La struttura criminale, emersa dalle analisi di computer, smartphone e server sequestrati, si sarebbe mossa come una vera azienda, con ruoli distinti e gerarchici: dal capo al vice capo, fino a master, admin, tecnici e reseller incaricati di distribuire i dispositivi sul territorio. L’organizzazione avrebbe fissato i prezzi degli abbonamenti pirata, deciso le sospensioni, coordinato i rivenditori e dettato regole precise per eludere le indagini. Per mantenere l’anonimato venivano utilizzati server esteri, identità fittizie, documenti falsi e sistemi di messaggistica crittografata.
L’indagine, coordinata dalla Procura etnea con il supporto del Centro operativo per la sicurezza cibernetica di Catania e il Servizio Polizia Postale di Roma, rappresenta un’evoluzione dell’operazione “Gotha” del 2022, che aveva portato a oltre 70 perquisizioni in tutta Italia.
A essere coinvolti non sono soltanto i centri operativi della criminalità digitale: l’inchiesta riguarda direttamente gli oltre 900mila utenti sparsi su tutto il territorio nazionale, molti dei quali anche in Puglia, dove l’utilizzo del cosiddetto “pezzotto” è diffuso in diverse città. La fase successiva dell’indagine sarà infatti dedicata proprio all’individuazione degli abbonati che hanno usufruito del sistema illegale, un passaggio cruciale per quantificare i danni e colpire la rete di distribuzione.
Il giudice per le indagini preliminari, dopo gli interrogatori di garanzia (tranne uno degli indagati risultato irreperibile), ha disposto gli arresti domiciliari per tutti i soggetti coinvolti. La Procura di Catania intende ora estendere l’azione investigativa per risalire agli utenti finali e dare un ulteriore colpo a un fenomeno che ha assunto dimensioni industriali e che continua a rappresentare una minaccia concreta per il settore audiovisivo e per la legalità.
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