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Taranto
23 Settembre 2025 - 05:42
La festa per i Giochi del Mediterraneo alla Rotonda del Lungomare
TARANTO - La Rotonda del Lungomare di Taranto, domenica sera, avrebbe dovuto trasformarsi in un grande palcoscenico all’aperto, simbolo dell’avvicinamento ai Giochi del Mediterraneo 2026. L’attesa era forte, la città pronta a vivere una notte di orgoglio e di appartenenza. Migliaia di cittadini hanno risposto all’appello, accalcandosi lungo le transenne, curiosi e desiderosi di sentirsi parte dell’evento. Invece, la festa ha lasciato delusione e amarezza.
Chi ha vissuto la serata da spettatore ha raccontato di spazi ridotti e di una distanza eccessiva dal palco, occupato dalle poltrone riservate agli invitati. Circa duemila persone, un numero contingentato dagli organizzatori per la sicurezza, ben lontani dai numeri pensati dai promotori. Una scena che strideva con l’idea di partecipazione popolare.
A riconoscerlo con toni duri è stato lo stesso Presidente del comitato e Commissario straordinario dei Giochi, Massimo Ferrarese, che il giorno dopo non ha nascosto la sua rabbia. «Doveva essere una festa dei tarantini, un momento per avvicinarli all’appuntamento più importante degli ultimi anni. Invece, salendo sul palco della Rotonda per il saluto, mi sono ritrovato davanti a cittadini lontani, costretti dietro le transenne. Ed in numero largamente ridotto a causa degli spazi riservati, assolutamente insufficienti. È stato intollerabile. Se avessi saputo prima come sarebbe stata organizzata la serata, non avrei mai dato il mio consenso».
Ferrarese non si è limitato a sottolineare la distanza tra l’evento e la città, ma ha usato un’immagine emblematica: «È come se avessi organizzato un compleanno e gli invitati fossero rimasti fuori dal locale. Una beffa. Io stesso sono stato il primo a restarne deluso».
Dietro l’organizzazione così rigida c’è un contesto delicato che ha inevitabilmente inciso sulle scelte logistiche. L’Italia sta attraversando settimane di tensione, con lo sciopero nazionale indetto dai sindacati di base in solidarietà con la Palestina che era programmato per le ore successive all’evento e con la questione ex Ilva tornata a occupare il centro del dibattito, tra proteste operaie e scontri istituzionali. La cornice di preoccupazione e la presenza di Ministri e rappresentanti istituzionali nazionali e regionali ha imposto misure di sicurezza più stringenti, con controlli serrati e una disposizione degli spazi più rigida del previsto. Misure necessarie, ma che hanno finito per soffocare lo spirito di festa che l’evento avrebbe dovuto incarnare.
Eppure, proprio di fronte a queste difficoltà, Ferrarese ha scelto di rilanciare. «I Giochi del Mediterraneo non possono né devono eappartenere solo alle autorità, ai politici o alle associazioni di categoria. I protagonisti veri saranno gli atleti e i cittadini di Taranto. Per questo ci sarà quanto prima un nuovo evento. Via le sedie, nessuna distanza dal palco, la gente sarà al centro. Voglio una partecipazione autentica, perché i Giochi devono essere sentiti come patrimonio collettivo. Sapremo farci perdonare.
Il Commissario straordinario si è così schierato apertamente dalla parte dei cittadini, consapevole che il successo dei Giochi non potrà prescindere dal loro coinvolgimento. «Non esiste manifestazione che possa dirsi riuscita se il popolo resta fuori. Questi Giochi saranno una vittoria soltanto se i tarantini li vivranno come parte della loro vita quotidiana».
La promessa di un nuovo evento senza barriere diventa così la chiave per ricucire lo strappo di domenica sera. Ferrarese, deluso ma deciso, ha voluto dare un segnale chiaro: i Giochi del Mediterraneo non possono essere un rituale istituzionale, devono diventare una festa popolare. E lo saranno!
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