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Occupazione

Mezzogiorno record dal 2004: per Confapi Puglia il Pnrr ha dato la spinta decisiva

Giovanni Assi: “Al Sud crescita più rapida che nel Centro-Nord, ma restano divari e criticità. Servono investimenti stabili, politiche per giovani e donne e infrastrutture moderne”

Giovanni Assi

Giovanni Assi

BARI - L’occupazione nel Mezzogiorno ha raggiunto il 50,1%, il livello più alto degli ultimi vent’anni. Un risultato che, secondo Confapi Puglia, segna un passaggio storico per il mercato del lavoro meridionale, come emerge dai dati diffusi da ANCI e IFEL.

Il commento arriva da Giovanni Assi, consigliere regionale Lavoro e Welfare di Confapi Puglia, che sottolinea come la spinta principale sia arrivata dal Pnrr. “Gli ultimi dati ci dicono che al Sud l’impatto del Piano sull’occupazione è stato superiore del 65% rispetto al Centro-Nord, con incrementi significativi in regioni come Molise, Calabria e Sicilia – ha dichiarato –. È la prova che il Mezzogiorno, se sostenuto con investimenti mirati, può correre più veloce”.

Nonostante i segnali positivi, il quadro resta complesso. Il divario tra Nord e Sud supera ancora i 15 punti percentuali e la disoccupazione giovanile e femminile si conferma tra le più alte d’Europa. “Per ridurre davvero il gap servono azioni precise – ha aggiunto Assi –. Occorre garantire investimenti oltre il 2026 per dare continuità alla crescita, rafforzare i servizi a sostegno dell’occupazione stabile come asili, trasporti e welfare aziendale, e promuovere la formazione sulle competenze digitali e green, in linea con le sfide del futuro”.

Confapi Puglia richiama anche l’importanza di misure a sostegno dell’imprenditoria e dell’innovazione, indispensabili per attrarre capitali privati e innalzare la produttività. Centrale anche il tema delle infrastrutture, materiali e immateriali, considerate il presupposto per rendere il Sud più competitivo e connesso ai mercati.

“Il Pnrr ci ha mostrato che il Mezzogiorno può reagire se messo nelle condizioni giuste – ha concluso Assi –. Ora è il momento di trasformare questa occasione in sviluppo strutturale e duraturo, riducendo le disuguaglianze territoriali e restituendo al Paese intero la forza del suo Sud”.

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