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Bari

Un bando regionale per salvare le api pugliesi

Coldiretti annuncia fondi per 248 mila euro a sostegno dei 32 mila alveari della regione. Ma il miele Made in Italy resta minacciato dalle importazioni sleali

Miele pugliese sotto attacco, “Scegliere italiano per salvare api, agricoltura e ambiente”

Api

BARI - La sopravvivenza delle api pugliesi e la produzione di miele locale passano anche da nuove misure di sostegno economico. La Regione Puglia ha infatti approvato un bando dedicato al settore apistico, finanziato dal MASAF con una dotazione di 248.159,94 euro per il 2026. Lo ha reso noto Coldiretti Puglia, sottolineando l’urgenza di un intervento a fronte di cambiamenti climatici, tropicalizzazione e siccità cronica che stanno mettendo a dura prova gli oltre 32 mila alveari presenti sul territorio.

Il provvedimento prevede aiuti concreti agli apicoltori: dall’acquisto di regine certificate della razza italiana all’alimentazione di soccorso, fino a nuove arnie e attrezzature per una transumanza più razionale. Saranno inoltre finanziati strumenti per la lavorazione e il confezionamento del miele, campagne di promozione, corsi di formazione e attività di assistenza tecnica contro le malattie dell’alveare, in particolare la varroasi. Le domande di partecipazione potranno essere presentate sul portale Sian entro il 28 novembre 2025.

La posta in gioco è alta. In Puglia operano 1.070 aziende apistiche, con una produzione che spazia dal miele di mandorlo a quello di agrumi, dal rosmarino al timo, fino a fiordaliso, sulla, eucalipto, coriandolo, trifoglio e millefiori. Sempre più spesso a guidare queste attività sono donne e giovani imprenditori.

Secondo i dati Ispra, quasi il 90% delle specie di piante selvatiche e il 75% di quelle agrarie dipendono dall’impollinazione animale. Le api – domestiche e selvatiche – sono dunque indispensabili per la biodiversità e per la resa agricola: 3 colture alimentari su 4, comprese mele, pere, ciliegie, fragole, cocomeri e meloni, non esisterebbero senza il loro lavoro.

Oltre al clima, però, un’altra minaccia grava sul miele italiano: le importazioni sleali dall’estero. Nel 2024 il prezzo medio del miele extra Ue è stato di appena 2,14 euro al chilo. Un’indagine della Commissione europea ha rivelato che il 46% dei campioni analizzati non rispettava le norme comunitarie, risultando adulterato con sciroppi zuccherini o additivi. La Cina è risultata il principale Paese coinvolto, con 66 partite sospette su 89 (74%), seguita dalla Turchia, con 14 campioni irregolari su 15 (93%).

Coldiretti ricorda che il miele italiano è tutelato da etichettatura di origine obbligatoria: la parola “Italia” deve comparire chiaramente sui barattoli prodotti interamente nel nostro Paese. Nei casi di miscele Ue o extra Ue, invece, devono essere specificati i Paesi di provenienza. «Per difendere api, miele e biodiversità – ribadisce Coldiretti – i consumatori devono leggere con attenzione le etichette o acquistare direttamente dai produttori locali, nelle aziende, negli agriturismi e nei mercati di Campagna Amica».

Un gesto semplice che diventa essenziale per proteggere un patrimonio da quasi 32 mila alveari e 13 mila sciami, custodi della biodiversità e dell’equilibrio ambientale.

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