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20 Settembre 2025 - 12:25
Un Rider - archivio
ANDRIA - Un’intera comunità è stata scossa dalla tragedia che si è consumata ad Andria, dove Nicola, 18 anni, è morto mentre lavorava come rider, investito da un’autovettura durante il servizio di consegna. La notizia ha suscitato sgomento e profonda indignazione, trovando immediata eco nelle prese di posizione dei sindacati che hanno voluto esprimere vicinanza alla famiglia del giovane.
Il segretario generale della Cgil Bat, Michele Valente, ha parlato di “notizia sconcertante, inaccettabile, che apprendiamo con estremo dolore”. Ha ricordato come Nicola fosse uno studente, un ragazzo con sogni e progetti, che probabilmente aveva deciso di lavorare per contribuire alle spese familiari o per mantenersi agli studi. “Quella di oggi è una tragica ferita, che colpisce tutti e lacera l’intera città”, ha detto Valente, sottolineando come la morte di un ragazzo appena maggiorenne rappresenti un colpo ancora più duro da accettare.
La Cgil ha inoltre chiesto che Comune e Prefettura si attivino per aprire un tavolo di confronto sulla sicurezza dei rider nel traffico urbano. “Tutti i lavori vanno tutelati, sempre”, ha rimarcato Valente, ribadendo che il tema non può più essere ignorato.
Anche la Cisl Bari-Bat ha espresso cordoglio per la morte del giovane. In una nota, il sindacato ha descritto Nicola come “un ragazzo giovanissimo, con il futuro davanti, strappato all’affetto dei suoi cari mentre lavorava”. Per la Cisl, questo dramma richiama a una verità che non può più essere rimandata: la sicurezza sul lavoro non è un optional e deve valere per tutti, senza distinzioni di età, mansione o tipologia contrattuale.
La nota evidenzia inoltre le criticità delle condizioni di impiego dei rider, spesso prive di tutele adeguate e caratterizzate da controlli insufficienti. “La sicurezza deve essere garantita a tutti i lavoratori. Ogni vita persa è una sconfitta per la società intera”, si legge nel comunicato.
La Cisl ha assicurato che continuerà a battersi per più controlli, più tutele e maggiore responsabilità da parte delle istituzioni e delle imprese. Anche in questo caso, non è mancato un pensiero per i familiari del giovane: “Alla famiglia di Nicola va il nostro abbraccio in questo momento di dolore immenso”.
La morte di Nicola lascia dunque aperta una ferita profonda, che chiama il mondo politico, sindacale e produttivo a un confronto urgente per garantire la sicurezza di chi lavora sulle strade, troppo spesso esposto a rischi che si rivelano fatali.
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