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L'analisi
19 Settembre 2025 - 17:05
Alessandro Delli Noci e Michele Emiliano
BARI - Non ci sarebbero nemmeno elementi indiziari, per questo motivo il Tribunale del Riesame di Lecce ha deciso di annullare il sequestro preventivo da circa 400mila euro nei confronti del commercialista Giovanni Rapanà, indagato nell’ambito dell’inchiesta per associazione per delinquere finalizzata per lo più alla corruzione che vede coinvolto anche l’ex assessore Alessandro Delli Noci. Non ci sarebbe nemmeno la “prova della tesi sostenuta dal pm, secondo cui Rapanà rivestisse il suddetto ruolo già di fatto sin dall’inizio del progetto di finanziamento, rimanendo tale assunto un postulato accusatorio privo di riscontri indiziari”.
Il primo ad esserne convinto è stato Michele Emiliano che non ha mai lesinato le sue perplessità rispetto alle accuse formulate dai pm: "Gli auguro di trovare al più presto un giudice che riconosca quello che tutti noi che abbiamo lavorato al suo fianco sappiamo benissimo e cioè che non ha commesso alcun reato”. Il tribunale del riesame gli ha dato ragione!
Delli Noci si è dimesso a giugno da tutte le cariche a seguito dell'inchiesta della Procura di Lecce. Lo ha certamente fatto per evitare la misura restrittiva dell'arresto ai domiciliari per associazione a delinquere finalizzata alla corruzione, relativamente a presunti favori fatti a imprenditori salentini in cambio di supporto elettorale. La scorsa settimana il candidato presidente Antonio Decaro ha ritenuto inopportuna la ricandidatura di Alessandro Delli Noci.
Cosa fare adesso?
Il leader di Con, che alle scorse regionali totalizzò oltre 17mila voti, vorrebbe difendere quella preziosa forza elettorale che gli ha permesso una scalata incredibile nella politica regionale rendendo il suo movimento un asse portante del governo regionale di Michele Emiliano. I suoi sostenitori rappresentati da un nutrito gruppo di amministratori salentini, che si sono incontrati nei giorni scorsi, non intendono disperdere le fila di un esercito che può ancora contare molto. E' impossibile non confrontarsi con il voto alle regionali per mantenere vivo il suo movimento
Nel campo dei veti si è raggiunto il risultato di scontentare tutti, soprattutto quando l'epurazione viene ammantata dal velo dell'opportunità, meglio sarebbe dire dell'opportunismo, applicando il metodo del "due pesi due misure": a Nichi Vendola, fra i protagonisti del processo "ambiente svenduto", è concesso di candidarsi, mentre per Delli Noci la candidatura viene considerata "inopportuna"... Il rischio, che comincia a manifestarsi è che le pretese di De Caro possano scalfire la dote di 300 mila voti che aveva espresso alle europee.
La partita, tutt'altro che amichevole, per il momento, continua a giocarsi solo in una metà campo. L'avversario ancora non si è presentato ed i pronostici danno l'unico concorrente in largo vantaggio.
Un vantaggio che ha reso sempre più forte Antonio Decaro, quanto meno nelle sue pretese.
Chi sarà, nel centro destra, che assumerà il ruolo di agnello sacrificale? E soprattutto chi sarà lo "sprovveduto" disponibile ad assumersi il peso economico di una campagna elettorale che sembra avere un esito scontato?
Questa condizione farebbe pensare ad una scelta politica in un quadro di equilibri nazionali fra i partiti del centro destra. La scelta civica serve a risolvere il problema che "il cavaliere" non può assicurare, semplicemente perché non c'è più e gli eredi non hanno alcuna intenzione di assumersi quell'onere, ne potrà assumerlo un giornalista chiunque esso sia...
Ma il centro destra deve assolutamente evitare un doppio forfait.
Quella delle regionali è una partita, il cui risultato, in Puglia, ma anche in Campania, non sarebbe ininfluente rispetto alle politiche del 2027...a cui guarda con crescente interesse Giorgia Meloni che sembra già essere in campagna elettorale, che ha in questo Parlamento i numeri per mettere mano alla legge elettorale e i sondaggi continuano a dare in crescita.
Il campo largo sta insieme, nonostante tutto, per batterla. Per riuscirci ha messo insieme il diavolo e l'acqua santa, una convivenza forzata, di quelle che si trascinano per inerzia, senza mai rischiare la rottura sul merito delle scelte, quelle che dovrebbero dargli una identità ma soprattutto una visione nutrita da una cultura di governo. Considerazioni che Elly Schlein derubrica "al Pd di prima". Chi comanda, per ora, il terzo piano del Nazareno è lei, mentre su gli altri piani quello che considera un "inutile chiacchiericcio" continua e cresce.
Passare dalla protesta alla proposta? Non ci pensa nemmeno, si sfascerebbe tutto...
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Testata: Buonasera
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