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Taranto

Dehors, proroga fino al 2027: ma il nodo delle regole resta irrisolto

Il disegno di legge Semplificazioni apre alla continuità delle concessioni, ma Confcommercio Taranto avverte: senza un decreto strutturale il settore resta in bilico e gli investimenti rischiano di frenarsi

Dehors a Taranto

Dehors a Taranto

TARANTO - Il futuro dei dehors continua a passare per le aule parlamentari. Nel disegno di legge “Semplificazioni”, presentato il 16 settembre, è stato inserito un emendamento che punta a prorogare fino al 30 giugno 2027 le concessioni concesse in via straordinaria durante l’emergenza sanitaria. Allo stesso tempo, il provvedimento posticipa al 31 dicembre 2026 il termine per l’adozione da parte del Governo del decreto legislativo che dovrebbe riordinare definitivamente la materia.

La proposta, ora all’esame della 1ª Commissione permanente del Senato, dovrà superare l’approvazione di entrambe le Camere. Essendo parte di un disegno di legge, non ci sono limiti temporali stringenti per la conclusione dell’iter. Ma proprio questo slittamento rischia di trasformarsi in un’arma a doppio taglio.

Secondo Paolo Barivelo, presidente provinciale Fipe Confcommercio Bar di Taranto, la proroga garantisce una continuità formale utile alle imprese, ma lascia irrisolto il vero problema: la precarietà normativa. “La mancata adozione del decreto legislativo di semplificazione – osserva – mantiene il comparto in una situazione di incertezza che non aiuta le aziende, soprattutto in un’ottica di programmazione degli investimenti”.

Il tema non è nuovo. I dehors, strutture mobili collocate in spazi pubblici di valore culturale o paesaggistico, sono da anni al centro di una disciplina transitoria e poco chiara. In base al Codice dei beni culturali e del paesaggio, la loro installazione richiederebbe una doppia autorizzazione della Soprintendenza, sia paesaggistica che culturale, a cui deve poi seguire la concessione comunale del suolo.

Durante la pandemia, nel 2020, fu introdotta una deroga che eliminava l’obbligo autorizzativo anche in aree vincolate, per consentire a bar e ristoranti di ampliare gli spazi esterni e garantire sicurezza sanitaria. Una misura eccezionale che, con proroghe successive, ha finito per diventare regola di fatto.

La Legge Concorrenza del 2023 aveva provato a segnare una svolta, affidando al Governo il compito di varare entro il 18 dicembre 2025 un decreto di riordino. L’obiettivo era trasformare la disciplina emergenziale in una norma chiara e stabile. Per Fipe Confcommercio quell’approvazione rappresentò una vittoria importante, frutto di anni di pressing.

Ma oggi, a quasi due anni di distanza, il rischio è che tutto venga nuovamente rinviato. A sottolinearlo è anche Antonio Salamina, presidente provinciale Fipe Confcommercio Ristoranti di Taranto, che invita a non accontentarsi di soluzioni temporanee: “La scelta di ricorrere ancora a proroghe – spiega – posticipa una riforma strutturale e mantiene un quadro di incertezza che non incoraggia le imprese a investire. È fondamentale che il lavoro tecnico fatto da Fipe per la redazione del decreto legislativo venga valorizzato, così da migliorare l’attuale disciplina e offrire una cornice stabile a operatori e amministrazioni”.

Il tema, infatti, non riguarda soltanto le aziende. Anche le amministrazioni comunali chiedono regole certe per programmare e valorizzare gli spazi pubblici. Per i commercianti, intanto, resta l’esigenza di avere un orizzonte temporale lungo su cui pianificare interventi e strategie.

L’esperienza della pandemia ha reso i dehors un elemento essenziale della vita urbana. Non più solo una risposta emergenziale, ma un luogo di socialità, sicurezza, decoro e attrattività turistica. Gli spazi esterni di bar e ristoranti sono diventati parte integrante del tessuto sociale delle città, contribuendo a definire la qualità della vita urbana.

La proroga al 2027 rappresenta quindi un passaggio importante, ma non sufficiente. Senza una norma definitiva, i dehors restano in una terra di mezzo, sospesi tra necessità economica e vincoli legislativi ancora da sciogliere.

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