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Massafra

Il Consiglio comunale chiamato a dire no all’inceneritore di fanghi

Alla 3ª Conferenza dei Servizi il Comune conferma il parere contrario. AVS annuncia una proposta in aula e, in caso di via libera regionale, ricorsi anche contro l’impianto per rifiuti liquidi

Il Palazzo di Città di Massafra

Il Palazzo di Città di Massafra

MASSAFRA - Si è svolta ieri la 3ª Conferenza dei Servizi sulla richiesta di Procedimento Autorizzativo Unico Regionale presentata da S.T.F. Puglia S.r.l. per l’“impianto di essiccamento e recupero energetico dei fanghi” da realizzare nell’area PIP del Comune di Massafra. L’amministrazione cittadina ha formalizzato un parere sfavorevole, atto sottoscritto dalla sindaca Giancarla Zaccaro, in continuità con la posizione già espressa dall’Amministrazione Quarto e ribadita dal Commissario straordinario durante la gestione pre elettorale.

Il gruppo consiliare Ambiente e Progresso – Alleanza Verdi e Sinistra rende noto che porterà la questione all’ordine del giorno del Consiglio comunale. Il capogruppo Maurizio Baccaro, insieme ai consiglieri Losavio e Cinquepalmi, anticipa che, qualora la Regione Puglia dovesse concedere l’autorizzazione nonostante i pareri contrari del Comune e dell’Arpa, verrà chiesto all’amministrazione di impugnare tutti gli atti. La stessa linea, precisano, sarà proposta anche per l’impianto di trattamento di rifiuti liquidi attualmente in istruttoria.

Nel comunicato si ricorda che la mobilitazione contro il progetto è iniziata nel 2012, quando la proposta fu presentata per la prima volta e successivamente respinta con il rigetto delle autorizzazioni concesse. L’istanza è stata riproposta nel 2024 e torna oggi al centro del confronto istituzionale con l’impegno del gruppo a ripercorrere ogni passaggio in aula.

Il documento politico richiama inoltre il contesto industriale e ambientale del territorio: la vicenda ex Ilva, la nuova AIA che, secondo i firmatari, comporterebbe un aumento delle emissioni con una produzione prevista ancora a carbone pari a 6.000.000 di tonnellate di acciaio l’anno, e l’autorizzazione al dissalatore alla sorgente del fiume Tara. Da qui la conclusione affidata a uno slogan: “Massafra non vuole tornare al passato”.

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