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Statte
16 Settembre 2025 - 08:07
Hiab Statte
TARANTO - Si è svolto nel pomeriggio di ieri, lunedì 15 settembre, presso la sede del Mimit a Roma, tra FIM, FIOM, UILM e la rappresentanza aziendale sulla vertenza Hiab Italia Srl, con focus sul percorso di scouting affidato all’advisor Vertus. Dalla riunione è emersa, fin dall’avvio, la fotografia di una trattativa ferma: secondo le sigle, non si registrano progressi e le manifestazioni di interesse si sono azzerate, lasciando in sospeso la continuità produttiva e occupazionale del sito di Statte.
I dati illustrati dai sindacati tracciano il perimetro dello stallo. Vertus riferisce di oltre 200 contatti con potenziali investitori, 5 manifestazioni di interesse preliminari, 4 accordi di riservatezza e 3 sopralluoghi nello stabilimento. Il risultato, però, resta nessuna disponibilità a subentrare garantendo produzione e organici. Per la FIM uno dei principali ostacoli è l’onerosità legata alla proprietà immobiliare; da qui la richiesta di valutare scenari alternativi, comprese strutture diverse più sostenibili dal punto di vista economico e logistico, così da favorire una reindustrializzazione reale.
Sul tavolo anche la sollecitazione a un coinvolgimento diretto e incisivo della Regione Puglia, che nei precedenti incontri ha manifestato apertura a contributi con strumenti patrimoniali e bonus a fondo perduto per sostenere continuità produttiva e occupazione introducendo elementi di innovazione. La FIM ha inoltre chiesto una rendicontazione dettagliata degli asset, con un capitolato che valorizzi macchinari e attrezzature presenti in sito e quantifichi con chiarezza il valore complessivo degli impianti.
Dal fronte Fiom arriva un giudizio netto sulla gestione della vertenza. Nel comunicato firmato da Loris Scarpa (Fiom Nazionale) e Patrizio Di Pietro (Segreteria Fiom Taranto) si sottolinea che l’incontro del 15 settembre al Mimit è stato «assolutamente insoddisfacente». L’advisor ha informato che le 2 manifestazioni di interesse annunciate il 23 giugno — una riconducibile a un soggetto nazionale della carpenteria generale e l’altra a una joint venture italo estera della carpenteria navale — non si sono tradotte in proposte, complice il parziale interesse del bacino dei lavoratori e, soprattutto, la richiesta economica ritenuta eccessiva dal proprietario del compendio, attualmente in fitto a Hiab. La Fiom contesta anche il mancato confronto tra i soggetti interessati e l’istituzione regionale, che ha ribadito la disponibilità a sostenere finanziariamente un’eventuale acquisizione, e chiede un cambio di passo immediato, con assunzione di responsabilità da parte di tutti gli attori.
La Uilm denuncia a sua volta «incontri sterili e inconcludenti» e avverte che «basta rinvii». Il segretario Cosimo Amatomaggi richiama il rischio per 90 posti di lavoro e accusa la multinazionale di aver deciso la chiusura del sito di Statte per concentrare la produzione a Minerbio (Bo), parlando di «logica predatoria» e citando il trasferimento di nuove gru verso stabilimenti esteri come segnale di smantellamento. La richiesta è di un intervento decisivo non solo del Mimit, ma anche della Regione Puglia, per individuare un investitore credibile che garantisca piena occupazione e continuità produttiva.
Il capitolo scadenze resta il più sensibile. Le sigle ricordano tre date imminenti: 30 settembre 2025 termina il mandato a Vertus; gennaio 2026 scade il contratto di affitto dell’immobile; nei primi mesi del 2026 si esaurisce la cassa integrazione. Secondo i sindacati questi passaggi non possono compromettere l’obiettivo di tutelare tutte le lavoratrici e tutti i lavoratori coinvolti.
A seguito delle pressioni, l’azienda ha dichiarato la disponibilità a estendere il mandato di scouting almeno fino a tutto ottobre. Di concerto con il Ministero è stato fissato un nuovo appuntamento al 20 ottobre per verificare eventuali sviluppi. In assenza di segnali concreti e tangibili, FIM, FIOM e UILM annunciano la prontezza a intensificare la mobilitazione, ribadendo che la difesa dei posti di lavoro è una priorità non negoziabile.
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