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L'analisi
15 Settembre 2025 - 15:01
Giorgia Meloni
BARI - Per il centrodestra, più che una sfida comincia a sembrare una resa... assistendo alla competizione tutta interna al cosiddetto campo largo.
Giustificarlo come una attesa tattica, avrebbe le sue motivazioni, ma non bastano, perchè ammesso che si vogliano "ospitare", nelle proprie liste, le fughe conseguenti ai veti ancora presenti del centrosinistra, il catalizzatore decisivo potrebbe essere il candidato scelto dal centrodestra che ancora resta indefinito.
La resa senza aspirazioni rappresenterebbe per chiunque un sacrificio inaccettabile, la sfida giocata in "campo aperto" avrebbe certamente, quanto meno nella speranza, una motivazione.
Il campo praticabile dovrebbe essere quello delle liste civiche del Presidente candidato che giustificherebbe il posizionamento degli indecisi e soprattutto dei delusi esclusi pregiudizialmente dalla sinistra. Un campo fertile se la sinistra continuerà a far prevalere le pretese di Antonio Decaro.
Lo stesso si troverebbe elettoralmente avvantaggiato da una competizione tutta interna al Pd e alla coalizione che lo sosterrebbe comunque.
Tuttavia la Puglia ha una storia elettorale complessa, spesso caratterizzata da convenienze e opportunità trasversali.
Il centro destra deve dunque decidere presto e bene come affrontare una campagna elettorale che vede un candidato già in corsa.
Nel frattempo il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, sembra aver già avviato la campagna elettorale per le politiche risvegliando, ammesso che lo abbia mai sopito, il suo profilo di militante della destra conservatrice.
La sinistra unisce le differenze, non sono poche, nel campo largo, ponendosi l'obiettivo di travolgerla, mentre quello di governare il Paese resta incerto e indefinito...
Giorgia Meloni può sottovalutare il peso elettorale di Campania, Puglia e Calabria, tre fra le più importanti regioni del Mezzogiorno?
In questa intricata scadenza elettorale, molti si domandano quale ruolo stia avendo quel pugliese salentino, che ha una consolidata esperienza politica espressa dal suo passato di governo regionale, nazionale ed oggi europeo. Un ruolo primario e decisivo che non è messo in discussione rispetto ad altri, nello schieramento avverso, che l'hanno utilizzato come serbatoio elettorale per poi dismetterlo.
Ha ragione il prof. Sabino Cassese: due partiti, Pd e M5s, che esprimono milioni di elettori sono così a corto di personale politico da sentire il bisogno di prenderlo da Strasburgo, dove siedono da appena un anno. La distanza tra numero di elettori e numero di candidabili con possibilità di successo è prova del carattere oligarchico di partiti che dovrebbero essere strumento principale della democrazia, e stentano a praticarla al loro interno...
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