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Puglia, occupazione in crescita ma con troppe fragilità. I numeri

Il rapporto Arpal fotografa fine 2024 con 1,3 milioni di occupati, ma persistono divari territoriali, contratti precari e forte disallineamento tra domanda e offerta di lavoro

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Opportunità di lavoro - archivio

BARI - La Puglia ha toccato quota 1,3 milioni di occupati alla fine del 2024, ma lo slancio sembra destinato a rallentare già nel biennio 2025-2026. A dirlo è il primo rapporto sul mercato del lavoro regionale redatto da Arpal Puglia, che mette in luce non solo i progressi registrati negli ultimi mesi, ma anche le criticità strutturali che continuano a frenare la piena crescita occupazionale.

Il documento evidenzia che la regione sconta ancora tassi di attività e di occupazione inferiori rispetto alla media nazionale, mentre resta elevata la quota di rapporti non standard, tra contratti a termine e part-time involontari. Tra le fragilità più marcate figura il divario di genere, con le donne che rappresentano una parte significativa dei 350mila potenziali occupabili rimasti ai margini del mercato del lavoro.

Le differenze emergono anche sul piano territoriale. La provincia di Bari si conferma l’area con gli indicatori più elevati, trainata da una presenza consistente di professioni qualificate. Al contrario, le province di Taranto e Foggia mostrano tassi più bassi e una maggiore concentrazione di impieghi a bassa qualificazione.

Dal punto di vista settoriale, la Puglia si caratterizza per il peso rilevante di agricoltura, edilizia e commercio, mentre restano meno sviluppati l’industria e i servizi ad alta specializzazione. Un ulteriore ostacolo alla crescita è rappresentato dal disallineamento tra domanda e offerta di lavoro: nel 2024, il 42% dei contratti ha incontrato difficoltà di reperimento dei candidati.

Le professioni maggiormente richieste restano quelle a bassa qualifica, ma si registra anche una crescita della domanda di dirigenti, operai specializzati, medici, farmacisti, informatici, ingegneri e tecnici in diversi ambiti produttivi. Nei comparti artigianali e industriali si cercano soprattutto idraulici, elettricisti, saldatori e addetti all’alimentare e alle calzature.

Sul fronte delle assunzioni a tempo indeterminato, il 2024 ha visto crescere le opportunità per figure qualificate: circa 1.000 ingegneri, oltre 700 progettisti software e più di 1.200 professionisti sanitari tra infermieri e operatori riabilitativi. In parallelo, non sono mancate opportunità per quasi 3.000 lavoratori edili e meccanici specializzati, così come per autisti di mezzi pesanti. Nei servizi, spiccano i numeri dei contratti stabili per addetti alle pulizie (3.300) e magazzinieri (1.300).

Secondo le previsioni, la crescita occupazionale non si arresterà ma sarà più contenuta: il rapporto stima un incremento di 10mila occupati l’anno tra il 2025 e il 2026, segno che la regione dovrà affrontare con decisione le fragilità strutturali per sostenere la competitività del proprio tessuto produttivo.

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