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L'analisi
15 Settembre 2025 - 11:02
BARI - Non è che non si colga, è assente. Se ci fosse, il pensiero politico, sarebbe oggetto di confronto, anche di scontro duro. Il dramma vero è, che spesso e prevalentemente, lo scontro è sul nulla che si spaccia per ideologico. Ma sono proprio le idee che rappresentano il vuoto assoluto.
La verve ironica, quanto polemica, che ha caratterizzato quella che un tempo era la "vetrina del Mezzogiorno", purtroppo, per noi, è una condizione generale in cui spudoratamente si richiamano valori che "'n quel limbo eran sospesi" ...
Prima ancora che finissero nel limbo, di quei valori si è nutrita la mia generazione cresciuta nei partiti; scuole di valori, programmi, progetti. Vivevano nelle Istituzioni e nei movimenti. Non esercitavano solo il potere ma la pratica delle idee. Quel che resta è evanescente, questa assenza pesa perché la società nel suo insieme ne soffre, allontanandosi dalla Politica e dal voto, primo e irrinunciabile esercizio di democrazia partecipata.
Abbiamo sempre contestato la logica e la prassi de "l'uomo solo al comando" che oggi rappresenta l'aspirazione di molti e spesso continua a rappresentare la vulnerabilità del leaderismo per quanto, gli attuali soggetti in campo, siano ben lontani da quelli che abbiamo conosciuto.
E' la diretta conseguenza di quella che Jacques Lacan chiamava l'evaporazione del padre.
Conosciamo l'esigenza che la vita ha di liberarsi dai padri. Ma il lutto del padre è complicato, non si può solo rimuoverlo. Non libera affatto dalla sua ombra. La memoria resta e incombe soprattutto quando ritorna prepotentemente.
Le attuali generazioni dovrebbero rappresentare il tempo di Telemaco, il figlio giusto che ha il coraggio di compiere il proprio viaggio aspettando il ritorno ad Itaca del padre Ulisse. E invece rischia di essere quella di Edipo del conflitto con il padre che ha come obiettivo primario la rimozione. Edipo porta con sé una verità profonda, rinnega di esserne il figlio di quel padre e lo fa sopprimendolo.
Fuor di metafora psicoanalitica...tre profili hanno recitato parti diverse in commedia sulla tolda della "nuova Caravella" pugliese.
Il risentimento del padre che avrebbe dovuto richiamare i meriti di una gestione ventennale ma si è limitato a raccomandare il sito https://fieradellevante.it/per approfondirli, il figlio Vito Leccese ha riconosciuto a Michele Emiliano di essere stato uno dei principali artefici di questa storia: "questa città e questa regione devono molto al suo lavoro, forza e capacità di immaginare un futuro migliore. Insieme siamo diventati da terra di periferia centro di innovazione e crescita".
L'altro figlio, Antonio Decaro, seduto in platea, sorrideva compiaciuto di aver conquistato il comando della caravella: Narciso, al contrario di Edipo, cerca di fare tutto da solo, evitando la mediazione, gli è sufficiente il desiderio di sé, della propria realizzazione.
La domanda pertinente potrebbe essere cosa resta del padre. Michele Emiliano ha voluto rivendicare il suo merito politico: "abbiamo fondato e fatto crescere un nuovo partito, il Partito Democratico che in Puglia si è radicato con maggior forza e intensità rispetto ad altrove e che oggi è il protagonista centrale di quello che è avvenuto e soprattutto di quello che avverrà".
Quello che da molti è stato considerato più che un commiato un nuovo appuntamento. Del resto, per quanto ironico, riconoscibile in quel "Questo è il mio ultimo discorso, per ora. Ovviamente mi riferisco alla figura di presidente del Consiglio, non voglio far concorrenza ai locali"...
Il futuro della Puglia e del Mezzogiorno può essere affidato ad una partita che si giocherà tutta all'interno del Pd e delle sue correnti (liste civiche)? Il pensiero politico e la visione del Mezzogiorno strategico del Mediterraneo europeo resta tutta da costruire.
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