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Bari
12 Settembre 2025 - 10:12
Ulivi secolari
BARI - La Puglia si conferma una delle regioni italiane con il più alto numero di alberi monumentali riconosciuti a livello nazionale. Sono 216 gli esemplari censiti nell’albo verde, alcuni dei quali raggiungono i 40 metri di altezza e superano gli 800 centimetri di circonferenza. Un patrimonio naturale che però vive sotto la costante minaccia della Xylella fastidiosa, il batterio che continua a devastare la Piana degli Ulivi Monumentali.
Secondo i dati diffusi da Coldiretti Puglia, il recente aggiornamento deliberato dalla Giunta regionale fotografa un patrimonio distribuito in 88 piccoli comuni, che da soli ospitano il 21% degli alberi monumentali della regione, con una concentrazione particolarmente elevata nelle aree protette, dove si trova quasi il 48% degli esemplari censiti. Un tesoro di biodiversità che comprende tutte le 10 varietà di querce presenti in Italia, oltre a specie rare e di pregio dal punto di vista storico, culturale e ambientale.
Gli alberi riconosciuti monumentali si distinguono per le loro dimensioni eccezionali, l’età secolare, la morfologia e la rarità, ma anche per il forte legame con luoghi di culto, contesti architettonici e identitari. Tra le ultime iscrizioni figurano numerosi cedri, querce, platani e faggi, mentre compaiono per la prima volta nell’elenco specie come l’acero palmato rosso, la camelia e l’anagiride.
Nella Piana degli Ulivi Monumentali si concentra il cuore di questa ricchezza: qui si contano 250 mila ulivi millenari, molti dei quali potrebbero aspirare al riconoscimento di patrimonio dell’Unesco. Alcuni alberi, secondo le stime, hanno un’età che sfiora i 3.000 anni e circonferenze superiori ai 10 metri. La loro sopravvivenza è stata resa possibile dall’impegno di intere generazioni di agricoltori, che li hanno preservati nonostante le rese produttive ridotte, la necessità di raccolte manuali e le difficoltà legate a potatura e trattamenti.
Un impegno che rischia oggi di essere cancellato dall’epidemia di Xylella, che dal 2013 ha colpito 8.000 chilometri quadrati, distrutto 21 milioni di ulivi e provocato danni stimati in 3 miliardi di euro. Per Coldiretti l’urgenza è mettere in campo misure immediate per salvare la Piana, che ha già perso un terzo dei suoi ulivi monumentali, e impedire che il batterio continui ad avanzare. La minaccia riguarda non solo la Puglia, ma anche il resto d’Europa: uno studio pubblicato sulla rivista scientifica americana PNAS avverte infatti che, senza interventi adeguati, le conseguenze economiche potrebbero arrivare fino a 20 miliardi di euro.
Coldiretti sottolinea infine come l’Elenco degli Alberi Monumentali d’Italia rappresenti un’iniziativa fondamentale per diffondere la cultura del verde, del bello e della memoria storica dei territori, di cui gli alberi monumentali restano una testimonianza insostituibile.
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