Cerca

Cerca

Taranto

Ex Ilva, gara di vendita verso il rinvio a fine settembre

Intanto Europa Verde/Alleanza Verdi e Sinistra : “Serve decreto per chiudere l’area a caldo”. Il governo valuta una maxi garanzia pubblica da 800 milioni a 1 miliardo

Ex Ilva, gara di vendita verso il rinvio a fine settembre

Uno degli ultimi vertici a Roma sull'ex Ilva

TARANTO - La cessione dell’ex Ilva si complica. La gara, che inizialmente avrebbe dovuto chiudersi il 15 settembre, potrebbe essere rinviata al 26 settembre. La situazione appare sempre più incerta: dopo il ritiro del gruppo azero di Baku, gli investitori interessati si riducono a Jindal e Bedrock, mentre i sindacati denunciano la mancanza di una strategia chiara.

Intanto lo stabilimento versa in condizioni critiche. L’altoforno 1 è sotto sequestro e inutilizzabile dopo l’incidente del 7 maggio, l’altoforno 2 è fermo e potrebbe ripartire solo nel 2026, mentre l’altoforno 4, unico operativo, presenta diverse problematiche. Per sostenere il percorso di vendita, il governo sta studiando una garanzia pubblica compresa tra 800 milioni e 1 miliardo di euro, misura che secondo l’Usb rischia di riversare risorse statali nelle casse di fondi e multinazionali senza un reale controllo pubblico sugli asset.

A intervenire sulla vicenda è anche Europa Verde/Alleanza Verdi e Sinistra, che parla di “fine di un’epoca”. Per i rappresentanti del movimento, gli impianti di Taranto non attirano investitori perché legati a un modello industriale basato sul carbone, superato da decenni in altri Paesi. “Il governo Meloni – dichiarano – condanna la città e i lavoratori a restare ancorati al Novecento, alle energie fossili che non garantiscono né salute né occupazione stabile”.

Da qui la richiesta di un decreto legge “Salva lavoratori e cittadini” che disponga la chiusura dell’area a caldo, garantendo al tempo stesso la tutela occupazionale, l’avvio delle bonifiche e la riconversione ecologica della provincia jonica. Europa Verde invita inoltre i sindacati a un confronto sul futuro dell’impianto e ribadisce la necessità di un ricorso al Tar contro l’Aia rilasciata a luglio, già contestata dal sindaco di Taranto per i rischi legati alla salute della popolazione e degli stessi lavoratori.

Le firme in calce alla nota sono quelle dell’on. Rosa D’Amato, commissaria regionale, di Gregorio Mariggiò, co-portavoce provinciale, e di Giovanni Carbotti, co-portavoce comunale di Europa Verde.

Commenti scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Buonasera24

Caratteri rimanenti: 400

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Termini e condizioni

Termini e condizioni

×
Privacy Policy

Privacy Policy

×
Logo Federazione Italiana Liberi Editori