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Taranto
09 Settembre 2025 - 15:05
Ex Ilva
Il video pubblicato da Luciano Manna di VeraLeaks
TARANTO - Un nuovo episodio di emissioni di polveri rosse si è verificato lunedì 8 settembre 2025, intorno alle ore 17, all’interno del reparto GRF (gestione rottami ferrosi) dello stabilimento ex Ilva di Taranto. A renderlo noto è VeraLeaks, attraverso un comunicato a firma del responsabile Luciano Manna.
Secondo l’associazione, le emissioni sarebbero legate allo smaltimento delle scorie derivanti dal processo di conversione ghisa-acciaio, che continuano a essere depositate direttamente sul terreno senza sistemi efficaci di captazione dei fumi. La cappa mobile di aspirazione in dotazione al reparto, viene sottolineato, si dimostrerebbe “inutile di fronte a questo tipo di dispersioni”.
VeraLeaks sostiene di documentare costantemente ciò che avviene nello stabilimento grazie alle testimonianze degli operai, “capaci di rompere il muro di silenzio costruito da organizzazioni ombra”. L’associazione accusa la gestione degli impianti di essere illegittima, nonostante la concessione della nuova Autorizzazione integrata ambientale da parte del Ministero dell’Ambiente, concessione rilasciata in contrasto con il parere negativo dell’Istituto Superiore di Sanità e le opposizioni dei cittadini di Taranto.
Il reparto GRF, ricordano gli attivisti, è sotto sequestro dal 2012 nell’ambito delle indagini sul caso “Ambiente Svenduto”. “Il ripetersi di questi episodi – si legge nella nota – dimostra che gli stessi reati contestati allora continuano a essere commessi senza conseguenze, a danno di una comunità che da anni subisce un carico insostenibile di emissioni inquinanti e di gravi ricadute sanitarie”.
Da qui l’appello diretto alla Procura di Taranto, affinché vengano fermati immediatamente quelli che l’associazione definisce “reati ambientali”, con l’assicurazione dei responsabili alla giustizia. Un richiamo è rivolto anche a parlamentari italiani ed europei, sollecitati a “legiferare con coraggio” e a far rispettare le normative già esistenti.
Infine, l’associazione chiama in causa il sindaco Piero Bitetti, chiedendo di mantenere un impegno costante al fianco dei cittadini. “La città – conclude VeraLeaks – vive in un regime di illegalità palese, dove viene violato ogni giorno il diritto alla vita. Il primo cittadino deve essere parte attiva di questa battaglia di legalità”.
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