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Nardò

Una città pugliese tra le 5 finaliste per la Capitale italiana del libro 2026

Il Ministero della Cultura ha reso noti i nomi delle città in corsa per il prestigioso titolo. L’unica pugliese concorrerà con Perugia, Pistoia, Carmagnola e Tito. In palio un finanziamento da 500.000 euro per il progetto vincitore

Il Castello Acquaviva a Nardò

Il Castello Acquaviva a Nardò

NARDÒ - La città salentina è ufficialmente tra le protagoniste della corsa al titolo di Capitale italiana del libro 2026. Il Ministero della Cultura ha annunciato i 5 Comuni finalisti selezionati dalla giuria presieduta da Adriano Monti Buzzetti Colella, dopo l’esame delle 11 candidature arrivate da tutto il Paese.

Accanto a Nardò, che ha presentato il dossier intitolato “Nardò Capitale della Lettura Rigenerativa: Territori, Comunità, Futuro”, sono stati ammessi alla fase finale anche Carmagnola con il progetto “Identità, libri e territorio”, Perugia con “Gocce. L’acqua si fa voce”, Pistoia con “Pistoia: l’avventura del leggere, il coraggio di costruire il futuro” e Tito (Potenza) con “Una lettura che rigenera. Tito 2026, tra identità, diversità, comunità e futuro”.

La prossima tappa sarà il 17 settembre 2025, quando a Roma, nella sede del Ministero della Cultura di via del Collegio Romano, i Comuni finalisti presenteranno i propri dossier durante le audizioni pubbliche. Ogni città avrà 60 minuti a disposizione, suddivisi in 30 per illustrare il progetto e 30 per rispondere alle domande degli esperti della giuria.

Il Comune che si aggiudicherà il titolo riceverà un contributo di 500.000 euro per la realizzazione delle iniziative e degli obiettivi descritti nel dossier. Dopo le audizioni, la giuria indicherà al Ministro della Cultura il progetto vincitore che sarà proclamato Capitale italiana del libro 2026.

Per Nardò si tratta di una occasione storica: è infatti l’unica città pugliese ad aver raggiunto la fase finale, con un progetto che mette al centro la lettura come strumento di rigenerazione e di coesione sociale. Un risultato che, comunque vada, conferma la crescita culturale del territorio salentino e il suo ruolo sempre più rilevante nel panorama nazionale.

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