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“Esclusi 80 bambini diversamente abili dal servizio educativo. Eppure i fondi sono disponibili”

L’ex consigliera comunale Maria Grazia Cinquepalmi accusa l’amministrazione: restano inutilizzati quasi 500 mila euro. Dubbi anche su settimane pagate ma non svolte

Un'aula scolastica

Un'aula scolastica

TRANI - Con l’imminente avvio del nuovo anno scolastico, l’ex consigliera comunale e oggi esponente della cittadinanza attiva Maria Grazia Cinquepalmi torna a denunciare una situazione definita grave e ingiustificata: 80 bambini con disabilità sono stati esclusi dal servizio educativo scolastico comunale su 180 richieste presentate.

Secondo Cinquepalmi, la motivazione ufficiale fornita dall’amministrazione, ovvero una presunta carenza di fondi, non trova riscontro nei documenti. Dai dati della determina di affidamento del servizio e dagli atti di gara, infatti, emerge un quadro differente. L’importo complessivo stanziato è di 2.355.418,47 euro. Il servizio è stato aggiudicato alla cooperativa SIAD per 1.830.642,05 euro (IVA inclusa), a cui si aggiungono 47.108,37 euro per funzioni tecniche. La spesa effettiva complessiva ammonta a 1.877.750,42 euro.

Da tali cifre risulta un’economia residua di 477.668,05 euro, quasi mezzo milione rimasto inutilizzato. Una somma che, secondo Cinquepalmi, basterebbe a garantire il servizio anche ai bambini esclusi.

Un altro punto critico riguarda la durata del servizio. Il bando e il contratto prevedono 67 settimane complessive (33,5 per anno scolastico), ma in realtà l’attività sarebbe limitata a 30 settimane l’anno, per un totale di 60. Da qui la domanda su come si giustifichi il pagamento di 7 settimane mai effettivamente svolte.

Cinquepalmi sottolinea che il diritto all’inclusione scolastica dei minori con disabilità non è un servizio accessorio ma un diritto fondamentale garantito dalla Costituzione e dalle normative europee e nazionali. «La mancata erogazione, a fronte di risorse disponibili, configura una violazione grave e rischia di determinare anche un danno erariale», ha dichiarato, chiedendo chiarezza e trasparenza da parte del Comune.

L’appello finale è a un intervento immediato e responsabile da parte dell’amministrazione, affinché i fondi residui vengano reinvestiti e nessun bambino resti escluso da un servizio considerato essenziale per il percorso scolastico e di inclusione sociale.

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