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Taviano

Latitante catturato dopo 19 anni, tradito da un tatuaggio:

Arrestato il 52enne Durin Lusha. Ricercato in tutta Europa per associazione a delinquere, riduzione in schiavitù e sfruttamento della prostituzione. I carabinieri lo hanno riconosciuto in un bar

I carabinieri di Lecce

I carabinieri di Lecce

TAVIANO - La sua latitanza si è conclusa dopo 19 anni per un dettaglio rimasto impresso nella memoria degli investigatori. Un tatuaggio sull’avambraccio destro, raffigurante una donna seminuda, ha tradito Durin Lusha, 52enne di origine albanese ricercato in tutta Europa. I carabinieri della stazione di Taviano lo hanno individuato per caso in un bar della periferia, durante un normale controllo, e hanno capito subito di trovarsi davanti al latitante sfuggito alla giustizia dal 2006.

Condannato in via definitiva dalla Corte d’Appello di Lecce a 10 anni di reclusione per associazione a delinquere finalizzata all’immigrazione clandestina, riduzione in schiavitù e sfruttamento della prostituzione, l’uomo era riuscito a far perdere le proprie tracce sfruttando documenti falsi. Nei database europei risultava ricercato da tempo, ma grazie a un passaporto intestato a un’altra identità, con il nome Elidon e residenza dichiarata a Milano, era riuscito a eludere i controlli.

La cattura è avvenuta quasi per caso. Seduto al tavolino di un bar di una stazione di servizio, Lusha è stato notato dai militari che hanno riconosciuto sul suo braccio lo stesso tatuaggio che aveva destato attenzione quasi 20 anni fa. Un segno distintivo che ha permesso di smascherare definitivamente la sua falsa identità.

Portato in caserma, il 52enne ha tentato invano di confondere i carabinieri sostenendo di vivere a Milano e mostrando documenti contraffatti. Gli accertamenti nelle banche dati hanno però confermato senza dubbi la sua vera identità. L'uomo è stato trasferito nel carcere di Borgo San Nicola a Lecce, dove sconterà la pena.

L’inchiesta che lo aveva portato alla condanna era stata avviata negli anni ’90 dalla Procura della provincia e aveva permesso di smantellare un’organizzazione criminale che portava giovani donne albanesi in Italia per avviarle alla prostituzione. Ora i carabinieri stanno cercando di ricostruire chi abbia favorito la lunga fuga di Lusha, durata quasi due decenni e conclusa solo grazie a un tatuaggio che non era riuscito a cancellare.

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