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Bari

In Puglia 35 opere incompiute per oltre 200 milioni di euro, l’allarme dell’UDC

L'on. Chiarelli: “Regione in controtendenza, qui cresce il numero dei cantieri fermi mentre in Italia cala del 7,5%. Serve una strategia di gestione più efficiente”

On. Gianfranco Chiarelli

On. Gianfranco Chiarelli

BARI - La Puglia continua a detenere un triste primato sul fronte delle opere pubbliche incompiute, un nodo che frena lo sviluppo e pesa sulla credibilità del sistema amministrativo. Secondo un recente studio del Centro Studi Enti Locali, nella regione sono 35 i cantieri fermi, per un valore complessivo che supera i 200 milioni di euro.

A sollevare il caso è l’UDC, che chiede un’inversione di rotta. L’onorevole tarantino Gianfranco Chiarelli, Commissario regionale dell’Unione di Centro, ha sottolineato come il dato pugliese rappresenti una controtendenza rispetto al quadro nazionale: “Nel 2024 in Italia le opere incompiute si sono ridotte del 7,5%, mentre qui in Puglia l’indice di criticità è aumentato, superando di 4 punti percentuali i livelli del 2023”.

Il problema, osserva il commissario regionale del partito, riflette ancora una volta il divario tra Nord e Sud. Nel Mezzogiorno si concentra infatti la quota più alta dei cantieri fermi: 157 su 228, pari al 68,8% del totale nazionale.

Le ragioni, denuncia l’UDC, sono sempre le stesse: mancanza di fondi, crisi delle imprese appaltatrici, difficoltà tecniche, nuove normative e disinteresse delle stazioni appaltanti. Tutti fattori che trasformano progetti ambiziosi in strutture abbandonate.

Chiarelli porta ad esempio l’alloggio per immigrati di San Nicandro Garganico, nel Foggiano, mai completato nonostante un investimento di oltre 600 mila euro: “Un caso emblematico di spreco di risorse pubbliche”.

Accanto alla denuncia, arrivano anche proposte operative. Per il deputato occorre una strategia più efficiente nella progettazione e nella gestione delle risorse finanziarie, puntando anche sull’utilizzo di tecnologie innovative per monitorare e accelerare i lavori.

“Se non si interverrà con decisione – ha concluso Chiarelli – il divario tra Sud e resto del Paese è destinato ad ampliarsi. È tempo di consegnare alle comunità più opere ultimate e meno incompiute condannate all’oblio”.

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