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Lecce
04 Settembre 2025 - 18:17
Il sequestro del falso vino primitivo
LECCE - Un duro colpo alle frodi nel settore vitivinicolo pugliese è arrivato con un’operazione congiunta dell’Ufficio territoriale ICQRF di Puglia e Basilicata e dei Carabinieri Forestali, che hanno sequestrato 1.500 quintali di vino sfuso etichettato come “Primitivo Salento Igp” e “Primitivo Puglia Igp”. Il valore complessivo della merce bloccata supera 1,5 milioni di euro.
Il blitz è scattato in provincia di Lecce durante un controllo mirato e ha fatto emergere gravi violazioni ai disciplinari di produzione che regolano le denominazioni di origine. Da qui il sequestro del prodotto, giudicato non conforme alle norme di tutela.
Il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste Francesco Lollobrigida ha rivendicato il risultato come una conferma dell’efficacia del sistema di difesa del Made in Italy voluto dal Governo Meloni: “Difendere le nostre eccellenze significa proteggere le imprese oneste e garantire trasparenza alle filiere agroalimentari”. Le verifiche, ha annunciato il Masaf, proseguiranno per tutto l’autunno su scala regionale, nell’ambito della campagna di controlli legata alla vendemmia.
Duro e immediato anche il commento politico. L’onorevole Dario Iaia (FdI) ha ricordato come più volte fosse stata denunciata la sleale appropriazione del marchio “Primitivo”: “Il sequestro di oggi dimostra l’impegno delle forze dell’ordine e il funzionamento del sistema di tutele voluto dal Governo e dal ministro Lollobrigida. Determinante anche il lavoro del Consorzio di Tutela del Primitivo di Manduria, che ogni giorno contrasta pratiche scorrette che finiscono per incidere sul prezzo del prodotto”.
Alla notizia si è aggiunto anche il plauso di Coldiretti Puglia, che ha definito l’operazione un segnale necessario in un momento delicato della vendemmia. “Il Primitivo pugliese è tra i vini autoctoni più apprezzati in Italia, al secondo posto per crescita delle vendite, ma è anche uno dei più colpiti dagli agropirati” ha dichiarato il presidente regionale Alfonso Cavallo. Coldiretti ha sottolineato la necessità di una tolleranza zero verso frodi e sofisticazioni che mettono a rischio il percorso di valorizzazione qualitativa del comparto.
Quest’anno la vendemmia del Primitivo, avviata a fine agosto, segna un aumento del 20% nelle quantità grazie al clima che ha favorito la maturazione delle uve. Un dato che conferma la centralità di questo vitigno nella viticoltura pugliese. “Il successo del Primitivo è il risultato di un mix di terroir, varietà autoctone e capacità imprenditoriali, sostenute da politiche regionali lungimiranti e da un sistema di controlli robusto” ha aggiunto Pietro Piccioni, direttore di Coldiretti Puglia.
I numeri raccontano la forza del settore: la Puglia conta circa 11 mila aziende agricole, 600 cantine e una superficie vitata di 89 mila ettari, pari al 10% del totale nazionale. La produzione regionale rappresenta circa il 20% del vino italiano, con 28 Doc, 4 Docg e 6 Igt. La Dop Economy pugliese ha un valore di 631 milioni di euro, pari al 93,1% del paniere IG nazionale.
Il Primitivo si conferma così un simbolo di qualità e identità, ma anche un patrimonio costantemente sotto attacco da frodi e falsificazioni. Un comparto che, nonostante le difficoltà sui prezzi e i costi di produzione in crescita, continua a imporsi come ambasciatore della Puglia nel mondo.
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