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L'intervento
04 Settembre 2025 - 06:50
Giuseppe Melucci , Presidente Raccomar – porto di Taranto
TARANTO - In una fase particolarmente critica per l’economia tarantina, segnata da una contrazione senza precedenti dei traffici portuali, la Raccomar di Taranto interviene ribadendo con forza la propria posizione a favore dell’installazione di una nave rigassificatrice nello scalo jonico. Per il presidente Giuseppe Melucci, il progetto rappresenta una vera e propria “ancora di salvezza” per l’intero sistema portuale e per l’indotto collegato, un’occasione che non può essere frenata da timori ritenuti infondati rispetto ai rischi ambientali.
Secondo la Raccomar, l’impianto garantirebbe benefici diretti immediati, a partire dalla creazione di oltre 300 posti di lavoro tra tecnici specializzati, operatori portuali e addetti alla sicurezza. A ciò si aggiungerebbero l’incremento dei traffici navali con l’arrivo delle metaniere, maggiori entrate per i servizi portuali come pilotaggio, rimorchio e ormeggio, lo sviluppo delle attività di bunkeraggio e logistica e il consolidamento del ruolo di Taranto nel Mediterraneo orientale.
Non meno rilevanti, sottolinea l’associazione, sarebbero i benefici indiretti per l’economia del territorio. Le stime parlano di oltre 1.000 posti di lavoro nell’indotto, un incremento del Pil provinciale compreso tra 150 e 200 milioni di euro all’anno, la nascita di nuove competenze professionali nel settore energetico e portuale e l’attrazione di ulteriori investimenti nel campo della logistica energetica. Tutti elementi che contribuirebbero a rafforzare il ruolo di Taranto come hub strategico per il Sud Italia e i Balcani.
Sul fronte ambientale, la Raccomar rimarca che le tecnologie di ultima generazione riducono al minimo i rischi. I rigassificatori moderni, si legge nella nota, rispettano gli standard di sicurezza più severi, garantiscono un impatto ambientale minimo grazie a sistemi di contenimento e monitoraggio avanzati e si avvalgono di esperienze consolidate in diversi porti europei dove simili impianti sono attivi senza incidenti. A ciò si aggiungono procedure di emergenza evolute e personale altamente qualificato.
“Altri porti del Mediterraneo stanno attirando investimenti strategici e Taranto non può permettersi di rimanere indietro – conclude Melucci –. Il rigassificatore è la risposta concreta alla crisi dei traffici e l’occasione per riposizionare il nostro porto come riferimento energetico per l’Europa meridionale”.
La Raccomar auspica che tutte le istituzioni locali e regionali si schierino con decisione a sostegno di quello che definisce un progetto fondamentale per il rilancio economico del territorio e per il futuro del porto di Taranto.
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