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Taranto

Tumori, la Procura acquisisce nuova consulenza. PeaceLink: «Dati allarmanti, il Sindaco impugni l’AIA»

L’associazione ambientalista diffonde i numeri delle diagnosi oncologiche e accusa il Ministero dell’Ambiente di aver ignorato il parere sanitario del primo cittadino

Ex Ilva

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TARANTO - Due notizie scuotono nuovamente il dibattito ambientale e sanitario di Taranto. Da un lato, la Procura ha ricevuto una nuova consulenza tecnica che approfondisce il legame tra inquinamento e incidenza tumorale; dall’altro, il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE) ha pubblicato online, solo in questi giorni, il parere sanitario del sindaco Piero Bitetti, fino ad ora non reperibile, relativo alla procedura di Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) per lo stabilimento Ilva.

Secondo indiscrezioni riportate dalla stampa, la consulenza firmata dall’oncologo Luciano Mutti e dall’epidemiologo Giovanni Baglio ha evidenziato numeri pesanti: 2.679 diagnosi di tumore nel 2020, 2.101 nel 2021 e 2.345 nel 2022, per un totale di 7.125 ricoveri oncologici nel triennio. Gli esperti avrebbero inoltre definito le concentrazioni di benzene «pericolose per la salute umana».

«Se confermati, questi dati rappresenterebbero una condizione gravissima e inaccettabile – ha dichiarato Alessandro Marescotti, presidente di PeaceLink –. Taranto vive una vera e propria lotteria del cancro che deve essere fermata. Non si può continuare a esporre la popolazione a nuovi rischi».

L’associazione richiama il principio di precauzione e sollecita il blocco della produzione nell’area a caldo dello stabilimento, ritenuta incompatibile con la tutela della salute pubblica.

Particolare rilievo assume la pubblicazione del parere sanitario firmato dal sindaco Bitetti, documento previsto dalla normativa ma non considerato nel decreto ministeriale di rinnovo dell’AIA. Nel testo, il primo cittadino aveva espresso «motivato dissenso» al rilascio dell’autorizzazione, richiamando il parere dell’Istituto Superiore di Sanità che giudicava «parziali e insufficienti» le integrazioni fornite dal gestore.

Il documento del sindaco elencava precise prescrizioni: dal biomonitoraggio umano alla realizzazione di una nuova centralina al quartiere Tamburi entro 60 giorni, da uno studio sugli inquinanti neurotossici all’avvio di un programma di sorveglianza epidemiologica attiva, fino alla revisione anticipata dell’AIA e a sanzioni in caso di inadempienze. Nessuna di queste misure è stata recepita dal Ministero.

«Avere ignorato queste prescrizioni è sconcertante – ha aggiunto Marescotti –. Chiediamo al sindaco di impugnare l’AIA davanti al TAR per difendere la salute dei cittadini». PeaceLink denuncia inoltre il rischio che il provvedimento ministeriale consenta non solo la prosecuzione della produzione, ma anche la riattivazione di impianti oggi fermi, con una prospettiva di ulteriori 12 anni di attività.

Un quadro che l’associazione definisce «emergenziale» e che, sottolinea, richiama quanto affermato in passato dall’ONU, che aveva descritto Taranto come «una macchia sulla coscienza dell’umanità».

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