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Brindisi

Mafia, blitz della Mobile: fermati 4 esponenti storici della Sacra Corona Unita

La Direzione Distrettuale Antimafia di Lecce interviene contro la frangia dei “tuturanesi”. Estorsioni a imprenditori e minacce di una guerra interna tra vecchi boss e nuove leve

In azione la Squadra Mobile di Brindisi

In azione la Squadra Mobile di Brindisi

BRINDISI - Un’operazione condotta all’alba dalla Squadra Mobile di Brindisi e dalla Sisco di Lecce, su disposizione della Direzione Distrettuale Antimafia, ha portato al fermo di 4 persone ritenute appartenenti alla frangia dei “tuturanesi” della Sacra Corona Unita. Due degli indagati sono considerati figure di vertice dello storico clan, già condannati in passato per omicidio e recentemente ammessi al regime di semilibertà.

Le accuse, formulate a vario titolo, riguardano associazione di tipo mafioso, aggravata per chi l’avrebbe commessa in semilibertà, e tentata estorsione con metodo mafioso ai danni di un imprenditore agricolo di Tuturano. All’uomo sarebbe stato imposto il versamento immediato di 3.000 euro e un pagamento mensile di 150 euro per la cosiddetta “guardiania”, con la minaccia di danneggiare una vasta piantagione di noci realizzata nei suoi terreni.

Secondo quanto emerso dalle indagini, le intercettazioni hanno documentato summit segreti tra gli indagati, nei quali si discuteva della necessità di rilanciare l’attività dello storico clan. I colloqui avrebbero riguardato non solo estorsioni già avviate, ma anche la volontà di punire un presunto referente delle nuove leve tuturanesi, accusato di non aver mai sostenuto i capi storici durante la detenzione e di essersi attribuito indebitamente la guida del territorio.

Sul giovane rivale, inoltre, pende il sospetto di essere il mandante dell’incendio che, l’8 gennaio 2025, distrusse parte del Domus Café di Tuturano. Negli ultimi giorni, la tensione sarebbe culminata in un incontro diretto, durante il quale i vertici storici avrebbero minacciato apertamente l’avvio di una guerra interna, anche con possibili azioni omicidiarie, per riaffermare il controllo sulla zona.

Il decreto di fermo è stato disposto con urgenza per evitare che la segnalazione agli uffici di sorveglianza sui detenuti in semilibertà compromettesse le indagini, dando agli indagati il tempo di fuggire. La Dda ha sottolineato la pericolosità sociale dei soggetti coinvolti, ritenendo concreto il rischio di nuove violenze e di atti eclatanti contro la pubblica incolumità.

Il blitz, eseguito contemporaneamente tra Brindisi, Tuturano e Napoli, ha visto l’impiego di oltre 50 uomini delle forze dell’ordine e si inserisce in un più ampio lavoro investigativo che continua a monitorare gli equilibri interni della criminalità organizzata salentina.

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