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Bari

Allarme crack e cocaina tra i giovani, “Servono educazione e prevenzione”

Il Coordinamento Nazionale Docenti dei Diritti Umani denuncia la crescita delle dipendenze: in Italia la cocaina è legata al 35% dei decessi e al 30% dei ricoveri droga-correlati

La droga sequestrata

Il pericolo droga per troppi giovani

BARI - Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani (CNDDU) lancia un appello sul consumo di crack e cocaina tra i giovani, un fenomeno che in Puglia appare meno diffuso rispetto ad altre regioni, ma che evidenzia comunque fragilità profonde sul piano psicologico e sociale. Secondo il presidente del CNDDU, professor Romano Pesavento, i dati indicano una situazione che non può più essere affrontata solo con i controlli e i sequestri delle forze dell’ordine.

Nella regione, meno del 10% delle operazioni antidroga italiane riguarda il crack, ma cresce il numero di persone che sviluppano dipendenza da cocaina e derivati. Le difficoltà interiori, l’isolamento e l’assenza di punti di riferimento sono spesso alla base di percorsi che spingono i ragazzi verso l’uso di sostanze.

A livello nazionale, il quadro appare ancora più preoccupante. La cocaina è coinvolta nel 35% dei decessi droga-correlati e nel 30% dei ricoveri ospedalieri connessi alle droghe. Il 23% degli utenti dei SerD risulta in trattamento per cocaina come sostanza primaria, mentre il 3,3% per crack. Anche sul fronte giudiziario l’aumento è evidente: negli ultimi 25 anni le denunce per traffico e detenzione sono passate da 8.500 a 14.500 casi. Nel solo 2024, circa 300 minorenni, pari a un quarto degli under 18 denunciati, sono stati coinvolti in reati legati a queste sostanze.

Secondo il CNDDU, gli interventi messi in campo dalla Questura di Bari e dai servizi sociosanitari sono importanti ma non sufficienti. Serve una strategia educativa strutturata, in grado di trasformare scuole e comunità in luoghi di protezione e prevenzione. «La cultura della legalità non è un concetto astratto – sottolinea Pesavento – ma la capacità di distinguere ciò che costruisce da ciò che distrugge».

Non bastano, quindi, iniziative culturali o momenti di animazione nelle piazze se non accompagnati da un impegno educativo continuativo. I giovani, spiega il Coordinamento, hanno bisogno di figure adulte di riferimento, ascolto e contesti che rendano il rispetto delle regole una scelta consapevole. La dipendenza viene spesso alimentata da bisogni insoddisfatti e da fragilità emotive: affrontarla significa lavorare sulla motivazione, sulla resilienza e sulla capacità di affrontare le difficoltà.

Il CNDDU invita a promuovere percorsi di educazione emotiva e sociale, che aiutino i ragazzi a comprendere le conseguenze delle proprie azioni e a sviluppare senso di responsabilità verso sé stessi e gli altri. L’obiettivo è costruire comunità capaci di tutelare i diritti delle nuove generazioni, proteggendole da dipendenze e degrado.

«La responsabilità educativa – conclude Pesavento – è collettiva. Solo con il contributo di tutti sarà possibile garantire ai giovani un futuro libero dalla schiavitù delle droghe».

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