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Taranto

Sanità territoriale, scontro politico sugli infermieri di famiglia

Il Movimento 5 Stelle e Fratelli d’Italia denunciano ritardi nella formazione e nelle assunzioni. Al centro del dibattito i 185 professionisti previsti in provincia di Taranto

I primi infermieri di comunità formati a Bari

I primi infermieri di comunità formati a Bari

TARANTO - Il tema dell’infermiere di famiglia e di comunità, figura chiave per il potenziamento dell’assistenza territoriale, torna al centro del confronto politico in Puglia. Da un lato il capogruppo regionale del Movimento 5 Stelle, Marco Galante, richiama l’attenzione sui ritardi registrati nella Asl di Taranto, dall’altro il capogruppo di Fratelli d’Italia, Renato Perrini, denuncia la mancanza di assunzioni e chiede risposte immediate.

Galante ha ricordato come il percorso sia iniziato nella scorsa legislatura e sia stato concretizzato in quella attuale, grazie a un emendamento che ha stanziato le risorse necessarie per corsi di formazione e progetti pilota. In alcune province, come Bari e Foggia, i corsi organizzati dagli Ordini delle Professioni Infermieristiche (Opi) sono già terminati, mentre a Taranto la situazione appare in ritardo. L’esponente pentastellato ha spiegato che lo scorso 9 giugno la Asl gli aveva garantito l’avvio delle procedure per la valutazione delle domande, ma chiede ora chiarimenti sul motivo per cui il percorso non sia ancora partito. Secondo Galante, l’infermiere di famiglia è indispensabile per il pieno funzionamento delle Case e Ospedali di Comunità e delle Centrali Operative Territoriali, strumenti previsti dal Pnrr per una sanità più vicina ai cittadini.

Sul fronte opposto, Perrini sottolinea che il territorio soffre di una grave carenza di infermieri e operatori socio-sanitari (Oss), condizione che rischia di compromettere la qualità dell’assistenza. Il capogruppo di FdI ricorda come il DM 77/2022 abbia ribadito il ruolo strategico degli infermieri di famiglia, ma in provincia di Taranto, dove ne sono previsti 185, non è stata ancora avviata alcuna assunzione.

Secondo i dati regionali, il fabbisogno complessivo è di 1.300 professionisti, ripartiti tra Bari (408), Brindisi (126), Bat (126), Foggia (198), Lecce (257) e Taranto (185). Se a Bari i primi 70 sono già stati formati, nel capoluogo jonico la formazione sarebbe ancora in fase di avvio. Perrini ha annunciato di aver depositato una richiesta di audizione in Commissione Sanità, convocando l’assessore alla Sanità Raffaele Piemontese e il direttore del Dipartimento Salute Vito Montanaro, per chiarire lo stato dell’iter.

L’incontro, nelle intenzioni del consigliere di Fratelli d’Italia, dovrà fare luce sul livello di avanzamento della formazione, sulle azioni messe in campo per colmare la carenza di personale e sulle iniziative necessarie a garantire continuità assistenziale e prevenzione primaria.

La questione resta dunque aperta e pone Taranto al centro di un dibattito che non riguarda solo l’organizzazione sanitaria, ma anche le ricadute concrete sulla vita dei cittadini e sul diritto a un’assistenza di prossimità realmente efficace.

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