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Bari
27 Agosto 2025 - 09:44
Primitivo di Manduria
BARI - È iniziata in Puglia la vendemmia del Primitivo, con un incremento stimato del 20% rispetto allo scorso anno e prospettive di qualità eccellente, grazie a un’estate calda e siccitosa che ha favorito la maturazione delle uve. L’annuncio arriva da Coldiretti Puglia, che segnala come il vino simbolo del territorio si confermi al secondo posto tra i più amati dagli italiani, con una crescita delle vendite nella grande distribuzione del 12,6%.
La produzione regionale, al termine della raccolta, dovrebbe attestarsi sugli 11 milioni di ettolitri, un risultato che segna un recupero importante dopo il crollo del 37% registrato nel 2023, quando la produzione si fermò a soli 6,9 milioni di ettolitri, e anche rispetto a un 2024 chiuso comunque con un calo del 15% rispetto alle medie storiche.
La campagna vendemmiale pugliese è partita con Chardonnay e Negroamaro, prosegue ora con Primitivo e Susumaniello e continuerà fino a ottobre con Nero di Troia, Bombino Nero e Aglianico. Una programmazione che non si limita alla filiera agricola ma che attiva opportunità di lavoro anche nell’indotto, dalla ricerca alla divulgazione, dall’enoturismo alla cosmetica, fino alle bioenergie ottenute dai sottoprodotti della vinificazione.
Nonostante i numeri positivi, la preoccupazione resta alta. “Il problema principale – sottolinea il presidente di Coldiretti Puglia, Alfonso Cavallo – sono i prezzi troppo bassi delle uve, a fronte di costi di produzione aumentati a causa delle strategie di protezione dai cambiamenti climatici e della gestione idrica. Serve una strategia di filiera chiara, che valorizzi la qualità e rese per ettaro appropriate. Solo così si potrà rafforzare il comparto”.
Sulla stessa linea il direttore regionale Pietro Piccioni, che avverte: “Il comparto vitivinicolo vive una fase delicata. Alle spalle abbiamo una vendemmia promettente, ma ci troviamo a fare i conti con scorte ai massimi storici e consumi in calo. È una situazione che rischia di deprimere i prezzi e disincentivare gli investimenti, mettendo a rischio la stabilità del mercato e la crescita costruita negli anni”.
Per Coldiretti è necessario un piano di interventi straordinari. L’associazione chiede la distillazione di crisi per ridurre le giacenze, maggiori fondi per l’internazionalizzazione, sgravi fiscali sugli investimenti green e una moratoria sui finanziamenti per le aziende in difficoltà. Centrale, secondo l’organizzazione, anche il sostegno all’enoturismo, considerato una leva strategica per promuovere il vino e creare valore nei territori, e la sburocratizzazione delle procedure di produzione ed export, con l’individuazione di un unico ente pubblico di riferimento.
“Questa vendemmia – concludono da Coldiretti – può rappresentare un’occasione di rilancio, ma senza misure urgenti e coordinate rischia di trasformarsi in una stagione sprecata per il futuro del vino pugliese e italiano”.
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