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Taranto

Ex Ilva, “Il futuro non può attendere, la città merita una nuova progettazione”

Il presidente Confapi Fabio Greco ribadisce la necessità di diversificazione industriale e di un cambiamento concreto: “Dire sì alla produzione non significa accettare l’inquinamento”

Ex Ilva

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TARANTO - La pausa di Ferragosto non ha attenuato le preoccupazioni sul futuro dello stabilimento ex Ilva e, più in generale, della città di Taranto. Le linee tracciate dal Governo in merito al percorso di decarbonizzazione non hanno fugato dubbi e incertezze, soprattutto sui tempi e sulle modalità di attuazione della transizione. L’unico elemento che appare chiaro è la volontà della città dei due mari di diventare protagonista del proprio destino.

A sostenerlo è il presidente di Confapi Taranto, Fabio Greco, che invita a guardare oltre il siderurgico. “Il futuro del capoluogo ionico – sottolinea – passa da una nuova progettazione della città, pensata in maniera moderna, con una diversificazione industriale e commerciale capace di offrire prospettive concrete. Senza questo cambio di passo non si va da nessuna parte”.

Greco richiama l’impegno avviato con il Fondo Confapi per Taranto, definito “un punto di partenza per costruire una città diversa, più inclusiva e sostenibile”. L’associazione, spiega, vuole contribuire a trasformare la narrativa che da troppo tempo segna negativamente l’immagine della città.

Il presidente rimarca come sia inutile continuare a puntare il dito contro l’indotto o lo stabilimento: “Le vere responsabilità – dichiara – appartengono a chi non ha rispettato le regole, a chi ha permesso che ciò accadesse e a chi ha relegato la nostra città agli ultimi posti delle classifiche nazionali. Oggi spetta a noi scrivere una storia diversa, fondata su collaborazione, impegno e visione”.

Greco precisa infine che sostenere la continuità produttiva non equivale ad accettare l’inquinamento. “La posizione di Confapi è chiara: la transizione va realizzata davvero, senza ulteriori rinvii. Abbiamo dimostrato con tante iniziative di essere vicini al territorio e non solo allo stabilimento. Ora serve coraggio e determinazione, perché il futuro non può più attendere”.

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