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Bari

Cgil: “In Puglia più contratti di lavoro ma cresce la precarietà”

Il 50% dei rapporti di lavoro attivati nel 2024 interessano settori a forte stagionalità come agricoltura e commercio. Un quarto dei contratti è part time. Donne e giovani restano i più penalizzati

Gigia Bucci, segretaria generale della Cgil Puglia

Gigia Bucci, segretaria generale della Cgil Puglia

BARI - Più contratti, ma non più lavoro stabile. È questa la fotografia del mercato del lavoro pugliese nel 2024 tracciata dai dati di Sviluppo Lavoro Italia e commentata dalla CGIL regionale. Rispetto al 2023 i rapporti di lavoro attivati crescono di 27 mila unità, ma le persone coinvolte aumentano solo di 2.500, con una media superiore a 2 contratti per ciascun lavoratore o lavoratrice.

La gran parte degli impieghi riguarda settori a forte stagionalità come agricoltura, commercio, alloggio e ristorazione, che da soli sommano quasi il 50% delle attivazioni. I contratti a tempo indeterminato sono appena il 6,8%, in calo rispetto al 7,7% del 2023. Crescono invece i rapporti part time, che toccano il 25,8% del totale, con punte del 33% tra le donne.

“Le criticità denunciate da tempo trovano conferma – ha sottolineato la segretaria generale Gigia Bucci –. In Puglia il lavoro resta caratterizzato da forte intermittenza, bassi salari e scarse qualifiche, elementi che spingono molti a lasciare la regione: dal 2015 si registrano ogni anno oltre 24 mila cancellazioni di residenza verso altre regioni e 1.600 verso l’estero”.

Il divario di genere continua a pesare: solo il 40% delle attivazioni riguarda donne e tra gli under 35 la quota femminile scende al 37,5%, con un divario di 25 punti rispetto agli uomini. Anche la qualità del lavoro resta bassa: appena l’8,2% dei contratti richiede alte competenze, percentuale che si abbassa al 5,6% per i più giovani.

Secondo la CGIL pugliese, la precarietà e i salari bassi non solo ostacolano lo sviluppo della regione ma compromettono l’intera crescita del Paese. “Le imprese aumentano redditività e liquidità ma i profitti non vengono reinvestiti in innovazione e qualità – ha aggiunto Bucci –. Per questo stiamo preparando una piattaforma di proposte da sottoporre alle forze politiche in vista delle prossime regionali, perché il tema del lavoro deve tornare centrale”.

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