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Taranto
26 Agosto 2025 - 15:12
Un carrello della spesa
TARANTO – Il peso del carovita continua a gravare sui bilanci delle famiglie pugliesi, con le spese obbligate che nel 2025 rappresentano il 42,2% della spesa complessiva, in crescita di 5,2 punti rispetto al 1995. Secondo l’Ufficio studi di Confcommercio, oltre 9.300 euro l’anno sono assorbiti da voci non comprimibili: 2.151 euro finiscono in assicurazioni e carburanti, altri 1.651 euro in bollette energetiche.
Un quadro aggravato dall’inflazione, che in Puglia viaggia al 2,2% annuo, il tasso più alto d’Italia, con un incremento medio di 419 euro per famiglia. Dati che si traducono in consumi frenati e in un malcontento diffuso che porta molti a percepire come “troppo cari” anche rincari minimi.
Tra i casi simbolo, il prezzo della tazzina di caffè, un rito quotidiano sul quale Confcommercio e Fipe Taranto hanno voluto fare chiarezza. “La materia prima ha raggiunto valori record per effetto della crisi climatica e delle speculazioni di mercato – spiega il direttore di Confcommercio Taranto, Tullio Mancino – a cui si aggiungono i costi di trasporto legati alle tensioni geopolitiche e il caro energia che pesa sulle bollette dei bar. Senza dimenticare affitti, tasse, manutenzione e le commissioni bancarie sui pagamenti elettronici che non sono state azzerate, nonostante le richieste avanzate sin dal 2020”.
Sulla stessa linea il presidente provinciale di Fipe Bar, Paolo Barivelo, che sottolinea come l’aumento di 10 o 20 centesimi sul caffè non sia frutto di speculazione, ma di necessità: “Il barista è l’ultimo anello della filiera e spesso l’incremento serve solo a coprire i maggiori costi, senza aumentare i margini di guadagno. Lo stesso discorso vale per panini, gelati, pizze e aperitivi. Dietro ogni prezzo c’è un mondo di spese obbligate e investimenti che non sempre il cliente percepisce”.
“Non vogliamo giustificare ogni aumento – conclude Barivelo – gli abusi esistono e vanno segnalati. Ma nella maggior parte dei casi dietro un prezzo che sembra alto c’è semplicemente un’impresa che cerca di restare in piedi. E non sempre ci riesce”.
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