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Allarme sul futuro della PAC, sindacati agricoli pugliesi: “Tagli e criteri penalizzanti mettono a rischio il settore”

Il segretario generale Flai Cgil Puglia, Antonio Ligorio, e il presidente Alpaa Puglia, Antonio Macchia, denunciano i pericoli per agricoltura e zootecnia: “Serve una revisione urgente dei criteri europei e misure compensative nazionali”

Agricoltori

Agricoltori (foto d'archivio)

BARI - Dalla Puglia arriva un appello forte contro la riforma della Politica Agricola Comune (PAC) e i suoi nuovi criteri di distribuzione delle risorse. Il segretario generale della Flai Cgil Puglia, Antonio Ligorio, ha parlato di una situazione che rischia di mettere “in ginocchio un intero comparto già provato dalla crisi climatica, dall’aumento dei costi e dall’instabilità dei mercati”.

Ligorio ha criticato la riduzione complessiva dei fondi PAC e l’accorpamento in un fondo unico che privilegia le grandi superfici penalizzando realtà più piccole e innovative. “Così si favorisce una concorrenza sleale che danneggia chi rispetta norme e regolamenti – ha dichiarato –. Ancora più grave è il prospettato ulteriore taglio del 20%, deciso con l’obiettivo di recuperare risorse per il riarmo e l’industria bellica”.

Il sindacalista ha sottolineato la necessità di porre al centro della riforma il lavoro agricolo di qualità, che dovrebbe diventare un indicatore di riferimento per l’erogazione dei contributi. “Il comparto agricolo – ha aggiunto – resta segnato da forti condizioni di sfruttamento e irregolarità, una piaga che non può essere ignorata”.

Alle sue parole si sono aggiunte quelle del presidente di Alpaa Puglia, Antonio Macchia, che ha messo in evidenza le conseguenze specifiche per la regione. “In Puglia, dove l’agroalimentare è un pilastro dell’economia, i piccoli e medi produttori pagheranno il prezzo più alto: meno investimenti, meno sostenibilità, meno tutele per lavoratori e territori. Anche la zootecnia, già colpita dalle distorsioni sul prezzo del latte e delle carni, rischia nuovi contraccolpi con effetti sull’equilibrio sociale delle aree rurali”.

Secondo Macchia, il pericolo è concreto: “Le campagne rischiano di svuotarsi, di scomparire le produzioni di qualità e di essere colpita la sovranità alimentare del Paese. Per questo chiediamo alle istituzioni di attivarsi subito in sede europea per rivedere i criteri della PAC e, a livello nazionale, di predisporre misure compensative e strutturali per gli agricoltori”.

Ligorio e Macchia hanno poi ribadito la necessità di difendere i piccoli produttori, fondamentali per presidiare il territorio, tutelare l’ambiente e garantire cibo di qualità. “In gioco c’è il futuro stesso di un comparto che rappresenta economia, cultura, agricoltura di prossimità e diritti dei lavoratori”.

Per queste ragioni, annunciano i sindacati, in Puglia saranno avviate iniziative pubbliche in coerenza con le mobilitazioni nazionali, con l’obiettivo di arrivare a una riforma della PAC 2028-2034 che eviti tagli definiti “anacronistici” e punti invece a una redistribuzione equa delle risorse, riconoscendo la funzione sociale del lavoro agricolo.

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