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Taranto

“Difesa ridotta a stazione appaltante, serve un piano di rilancio per l’Arsenale”

Il sindacato Usb denuncia il calo di personale e le scarse ricadute per l’economia locale. Padula chiede un tavolo urgente con Ministero, Marina, Regione e Comune per garantire occupazione e sviluppo

Arsenale di Taranto

Arsenale di Taranto

TARANTO - L’Arsenale e, più in generale, la presenza della Difesa nella città ionica vivono una fase di forte ridimensionamento. A denunciarlo è Massimo Padula, dirigente territoriale dell’Usb, che parla di una realtà sempre meno autonoma e sempre più svuotata del suo ruolo storico. “La Difesa a Taranto rischia di diventare una semplice stazione appaltante – ha dichiarato – incapace di generare lavoro e di sostenere l’indotto locale”.

Per decenni, ha ricordato Padula, la Marina Militare è stata uno dei pilastri economici e sociali della città, un presidio capace di dare occupazione diretta e indiretta. Oggi, invece, la situazione appare capovolta: “Un tempo il privato era di supporto al pubblico, ora è il contrario. Le grandi commesse finiscono nelle mani di colossi nazionali e internazionali, mentre al territorio restano solo le briciole. Il personale è in costante calo e gli stipendi non risultano competitivi”.

Il sindacato mette in evidenza anche il drastico ridimensionamento del personale civile, frutto di tagli avviati a livello nazionale che non sono stati compensati da nuove assunzioni. I concorsi, ha spiegato Padula, faticano ad attrarre candidati, scoraggiati da retribuzioni tra le più basse del pubblico impiego e da condizioni di pendolarismo che rendono difficile conciliare lavoro e vita privata.

La conseguenza è un indotto locale quasi inesistente, perché la maggior parte delle attività viene accentrata e subappaltata, con ricadute minime per l’economia di Taranto. Una spirale che, secondo l’Usb, rischia di determinare “un lento ridimensionamento della Marina Militare in città, con conseguenze pesantissime per occupazione e sviluppo”.

Di qui la richiesta al Governo di aprire un tavolo immediato che coinvolga Ministero della Difesa, Marina Militare, Regione Puglia e Comune di Taranto, con l’obiettivo di definire un vero e proprio piano di rilancio dell’Arsenale. Le priorità indicate dal sindacato sono l’assunzione stabile e mirata di nuovo personale, l’adeguamento delle retribuzioni e delle indennità per i civili della Difesa, l’introduzione di clausole territoriali negli appalti per garantire ricadute locali, oltre a investimenti concreti per la modernizzazione degli impianti e per la formazione dei giovani.

“Non si tratta di guardare con nostalgia al passato – ha concluso Padula – ma di programmare una politica industriale seria, capace di tutelare la sicurezza nazionale e garantire lavoro qualificato ai cittadini tarantini. La città non può permettersi di perdere anche questo presidio strategico. Servono scelte coraggiose e investimenti a lungo termine, con il coinvolgimento di tutte le istituzioni”.

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