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L'analisi

Volenterosi e Flessibili. La diplomazia resta in stallo

L’Europa e la Cina restano i convitati di pietra di un equilibrio internazionale sempre più fragile

I rapporti tra Cina e Unione Europea

I rapporti tra Cina e Unione Europea

I due leader (Trump e Putin, ndr) si sono scambiati generosamente sorrisi, strette di mano e pacche sulle spalle, in un clima di cordialità in netto contrasto con il momento assolutamente negativo nelle relazioni bilaterali tra USA e Russia. Il capo del Cremlino si è detto fiducioso che si possa arrivare alla pace, auspicando che gli europei non la ostacolino. Tuttavia Trump ha sintetizzato efficacemente la situazione usando una tautologia: “Non c’è accordo finché non c’è un accordo”.

L’ipotesi dello ‘scambio di territori’ non può essere perseguita in assenza dell' Ucraina. Oggi il presidente ucraino sarà alla Casa Bianca per confrontarsi con Trump. e il Kyiv Indipendent, giudica il summit ripugnante, vergognoso e inutile. La pace in Ucraina è ancora estremamente lontana e, al momento, l’immagine che emerge è quella di una prova di forza di Putin, che se la rivenderà bene sia a livello interno che nel Sud Globale.

Il terzo convitato di pietra.

La Cina é uno dei giganti di questo multipolarismo, da cui non si può prescindere. È una grande potenza strategica, economica, finanziaria. Poterebbe essere la naturale interlocutrice dell’Unione Europea.

Il problema, però, è che ogni volta che Xi Jinping e Putin s'incontrano, rilasciano dichiarazioni congiunte per ribadire la forza e la stabilità della loro alleanza. Resta quindi irrisolta la questione del sostegno cinese alla Russia.

Tuttavia se la leva dei dazi americani verranno confermati, l’Europa rappresenta il mercato alternativo cui la Cina dovrà rivolgersi e Bruxelles dovrà trovare una forma per gestire l’aumento dell’interesse delle aziende cinesi per il suo mercato.

I rapporti tra l’Unione europea e la Cina hanno conosciuto una trasformazione significativa a partire dal China Strategic Outlook del 2019, un documento chiave in cui Bruxelles definì Pechino come partner, concorrente economico e rivale sistemico, segnando una svolta nella percezione strategica, perché riconosceva l’esistenza di una differenza politica con la Cina pur nel contesto di una possibile cooperazione economica. Nonostante ciò, su spinta di Angela Merkel, nel 2020 fu poi siglato un accordo sugli investimenti bilaterali (Comprehensive Agreement on Investment, CAI), frutto di anni di negoziati per garantire maggiore accesso al mercato cinese alle imprese europee; tuttavia, l’accordo venne sospeso nel 2021 a causa di tensioni di natura politica, incluse le sanzioni reciproche legate ai diritti umani nello Xinjiang. Negli anni successivi, di fronte a nuove vulnerabilità emerse con la pandemia e a rinnovate tensioni geopolitiche in considerazione anche del rapporto di Pechino con Mosca, la Commissione europea ha aggiornato il suo approccio introducendo nel 2023 concetti chiave come il “de-risking”, cioè la riduzione dei rischi di dipendenza strategica senza una rottura totale dei legami, e il principio di sicurezza economica, a testimonianza di un’Europa sempre più consapevole del legame tra economia, tecnologia e sicurezza. 

Durante l’incontro di luglio 2025 tra i leader dell’UE e Xi Jinping, le due parti hanno chiarito le rispettive priorità, mostrando allo stesso tempo margini di dialogo e divergenze strutturali difficili da colmare. È di particolare interesse anche il tono adottato dalle delegazioni. Xi si è concentrato su aspetti di taglio più ampio e ha presentato tre proposte fondamentali per guidare i rapporti bilaterali: rafforzare il consenso strategico trattandosi come partner e non come rivali, approfondire la cooperazione pratica in settori come economia, tecnologia e transizione verde, e gestire in modo appropriato le divergenze, evitando logiche di disaccoppiamento o politiche di de-risking considerate ostili. Dall’altra parte, von der Leyen è stata più puntuale nel suo discorso e ha ribadito a nome dell’UE tre temi chiave: la necessità di riequilibrare la bilancia commerciale e affrontare la questione della sovracapacità cinese, la richiesta di garantire un accesso equo e senza ostacoli al mercato cinese per le imprese europee, e infine la volontà di cooperare su sfide globali come clima e biodiversità, ma solo a condizione che vi siano regole chiare e reciprocità effettiva. Il confronto ha così messo in luce la distanza tra l’approccio cinese, improntato a stabilità e apertura senza vincoli stringenti, e quello europeo, incentrato su correttivi immediati agli squilibri strutturali e alla protezione dell’industria continentale. Nonostante i toni cordiali e l’impegno a mantenere il dialogo, la risoluzione del nodo sulla sovracapacità produttiva e sul rischio di dumping appare decisiva per determinare l’evoluzione futura dei rapporti tra Bruxelles e Pechino.

 

Le sorti dell'Ucraina segnano il destino dell'Europa

Tanto ben si concilierebbe con una iniziativa politica forte europea. Una nuova strategia impostata sul multipolarismo, un passaggio di qualità significativo che se lo capiamo ci consente di uscire da una strettoia soffocante. Oggi Trump incontrerà anche l'Ue e leaders europei. E' necessario che l’Ue prenda su di sé i suoi problemi strategici e politici che hanno segnato il rapporto e la conflittualità tra Ucraina e Russia. Non basta la volontà, serve determinazione ed equilibrio

Per questo è fondamentale che al tavolo della trattativa con la Russia, non ci vada l’Ucraina da sola. Perché l'Europa rappresenta le ragioni dell’Ucraina e dell'Europa stessa. Una strategia condivisa e delle convenienze diverse, in un contesto di forze, esperienze militari e capacità economiche diverse. Se l’Ue riuscisse a parlare con una voce sola... Perché questo conta!

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