Cerca
Taranto
15 Agosto 2025 - 06:40
L'ex Ilva
TARANTO - Con un'analisi empirica, in collaborazione con il sociologo prof. Raffaele Bagnardi, ecco alcuni aspetti del bando per la vendita dell'ex Ilva di Taranto. Decarbonizzazione, tutela occupazionale e rilancio industriale sono le aspettative del Governo che abbiamo messo al vaglio della realtà verosimile di questa indagine.
Il futuro delle Acciaierie d'Italia (ex Ilva) è strettamente legato alla individuazione di un gestore d'impresa privato. E mentre il Ministro Adolfo Urso delinea gli obiettivi strategici che l'acquirente dovrà garantire, qui si propone una stima delle probabilità di successo dei punti chiave.
Lo scopo ultimo di trasformare Taranto in un avanzato polo siderurgico europeo si scontra con la complessità di una situazione pluridecennale di mancata modernizzazione, di investimenti inefficaci, di crisi indotte, di diversificazione impedita, di controversie legali e, purtroppo, di inquinamento cumulativo e di conclamato danno sanitario.
Decarbonizzazione: l'obiettivo più probabile (75%)
Secondo la nostra analisi, la decarbonizzazione del sito siderurgico ha la probabilità più alta di essere pienamente raggiunta, con una stima positiva del 75%. Questa dirittura verso la transizione ecologica non è solo un desiderio politico, bensì un vincolo imprescindibile imposto dal bando e dalla normativa europea. Il professor Bagnardi commenta: "La transizione green è ormai un percorso irreversibile. Qualsiasi attore industriale che voglia competere sul mercato mondiale deve necessariamente investire in tecnologie a basso impatto ambientale, come i forni elettrici. La sfida è piuttosto sulla programmazione dei tempi e sull'impiego degli ingenti investimenti necessari per questa rivoluzione tecnologica". La strada dell'acciaio "verde" è già tracciata, e il mercato stesso la rende l'unica via percorribile a lungo termine.
Tutela occupazionale: una sfida complessa (60%)
La tutela occupazionale, pur essendo una priorità politica del Governo nonché un requisito forte del bando, si attesta a una probabilità media di riuscita del 60%. Sebbene l'intenzione sia quella di salvaguardare completamente l'occupazione, il passaggio a processi produttivi più moderni e meno inquinanti porterà inevitabilmente a un ridimensionamento dell'organizzazione e dei carichi di lavoro. "La riconversione tecnologica richiede nuove competenze e, potenzialmente, un minor numero di addetti per alcune mansioni", spiega il prof. Bagnardi. "La stima riflette la forte volontà politica di proteggere i lavoratori, ma tiene conto anche delle inevitabili pressioni di un'azienda che deve tornare a essere economicamente valida e profittevole. Sarà fondamentale implementare un piano di riqualificazione e di ricollocazione dei profili prestazionali". La scommessa è conciliare l'innovazione tecnologica con la stabilità sociale.
Rilancio industriale: il vero rischio (45%)
L'obiettivo del rilancio industriale è quello più a repentaglio, con una stima molto bassa del 45%. Riportare lo stabilimento locale ai massimi livelli sostenibili di produttività, dopo lustri di inverse tendenze, rappresenta l'ostacolo maggiore. "Il rilancio non è solo questione di trovare il compratore", afferma il prof. Bagnardi, "ma di creare le condizioni per un successo duraturo in un panorama globale altamente evolutivo". Molti fattori esterni, come l'andamento alterno dei mercati dell'acciaio e i costi energetici, possono influenzare pesantemente la pianificazione industriale. A questo si aggiungano i costi operativi elevati e, non meravigli, le storiche disillusioni del territorio. Rilanciare un'industria così articolata e sensibile è la vera scommessa del bando ministeriale. La nostra stima riflette le difficoltà intrinseche del percorso, che va oltre la semplice richiesta di conduzione aziendale.
L'analisi congiunta con il professor Bagnardi mette in luce determinati ostacoli, che la volontà politica e gli imperativi ambientali vorrebbero risolvere definitivamente; e che le istanze economiche e sociali chiedono di superare già nell'immediato. La trasformazione ecologica della fabbrica di Taranto è un sogno ambizioso; il successo dipenderà dalla capacità dei prossimi investitori pubblici e privati di navigare tra frangenti tempestosi e grandi incognite, bilanciando in modo efficace il traguardo verso il "verde" e la "neutralità climatica" mantenendo il profitto e l'occupazione.
A conclusione di questa analisi, il professor Bagnardi ci lascia con una riflessione che va oltre i numeri e le percentuali, un appello accorato che fa risuonare la voce di una città intera. "Chi difende Taranto?", si domanda. Poi ci dice: "Taranto oggi, come una città risorgimentale, è il simbolo di una battaglia umana e di una contemporanea Questione Meridionale. È il presidio in cui l'Italia dovrebbe esaltare i valori della dignità, del lavoro, della salute, della gente, ma dove, ancora una volta, la solitudine e la speranza sono le uniche compagne di chi resiste." Le sue parole continuano e mettono in evidenza un sentimento collettivo: "A Taranto si respirano anche l'indifferenza europea e l'assuefazione nazionale. Molte voci, fuori dalla Puglia, sembrano percepire 'la Vertenza ex Ilva' alla stregua di un problema locale e non sentono la ferita dell'intero Paese. Qui, l'isolamento è ormai diventato una condizione esistenziale. È il prezzo da pagare per non voler aderire all'infinito a certi compromessi ormai stereotipati. E, purtroppo, la domanda 'chi difende Taranto?' risuona con un'eco che man mano collassa e che tuttavia e comunque attende risposte".
Commenti all'articolo
angelo.racca45
15 Agosto 2025 - 19:28
Gli aspetti del bando per la vendita dell'ex Ilva di Taranto esaminati dal Prof. Bagnardi (che conosco e stimo) e cioè Decarbonizzazione, Tutela occupazionale e Rilancio industriale, sono stati valutati correttamente, ma si parte dal presupposto, per nulla scontato, che il bando abbia un esito. Questo bando, come quello precedente ineluttabilmente fallito, ha gravi difetti di metodo e di merito.
I più letti
Video del giorno
Testata: Buonasera
ISSN: 2531-4661 (Sito web)
Registrazione: n.7/2012 Tribunale di Taranto
La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo
Piazza Giovanni XXIII 13 | 74123 | Taranto
Telefono: (+39)0996960416
Email: redazione.taranto@buonasera24.it
Pubblicità : pubblicita@buonasera24.it
Editore: SPARTA Società Cooperativa
Via Parini 51 | 74023 | Grottaglie (TA)
Iva: 03024870739
Presidente CdA Sparta: CLAUDIO SIGNORILE
Direttore responsabile: FRANCESCO ROSSI
Presidente Comitato Editoriale: DIEGO RANA