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Taranto
12 Agosto 2025 - 13:22
La sede della Prefettura di Taranto
TARANTO - Una mobilitazione compatta contro l’Autorizzazione Integrata Ambientale concessa all’ex Ilva. Davanti alla Prefettura, PeaceLink e Giustizia per Taranto hanno annunciato questa mattina in conferenza stampa la presentazione di un ricorso al Tar per contestare la possibilità di continuare la produzione a carbone per altri 12 anni.
«Si tratta di un provvedimento inaccettabile sotto ogni punto di vista» ha dichiarato Alessandro Marescotti, presidente di PeaceLink, spiegando che al ricorso hanno aderito anche Genitori Tarantini, Isde Taranto e il comitato Cittadini e Lavoratori Liberi e Pensanti.
Per sostenere la causa è stata avviata una raccolta fondi che ha rapidamente superato la cifra necessaria per l’iscrizione al ruolo: «Avevamo fissato un obiettivo iniziale di 3.500 euro, ma in poche ore abbiamo oltrepassato i 5 mila. Se vinciamo, sarà una vittoria per tutti» ha aggiunto Marescotti.
L’ambientalista ha inoltre chiesto il fermo immediato delle emissioni cancerogene, genotossiche e neurotossiche, sottolineando che l’attuale produzione genera una perdita di 100 milioni di euro al mese. Parallelamente, le associazioni hanno consegnato al prefetto una lettera per il Governo, proponendo di trasferire i lavoratori in esubero di Acciaierie d’Italia a Ilva in amministrazione straordinaria, destinandoli a progetti di bonifica, riforestazione, cura del verde pubblico, riqualificazione degli edifici e interventi di protezione civile per eventi climatici estremi.
Secondo le stime, per 10 mila lavoratori servirebbero 500 milioni di euro l’anno, una cifra che – evidenziano gli attivisti – è inferiore alle attuali perdite aziendali.
Sul fronte dei tempi, Massimo Ruggieri, presidente di Giustizia per Taranto, ha criticato duramente le previsioni dell’accordo di programma: «Si parla di 12, 8 o 5 anni. È inaccettabile pensare al ribasso: significherebbe mantenere per 12 anni tre altiforni a carbone. È insostenibile e noi attaccheremo quest’Aia che continua a farci male».
Anche il Movimento 5 Stelle aderisce all’iniziativa di ricorso al TAR contro l’Autorizzazione Integrata Ambientale e promuove una raccolta fondi tra i propri iscritti.
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