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Autonomia differenziata, la Puglia propone modifiche alla legge Calderoli

La Giunta regionale approva un disegno di legge da presentare alle Camere. Emiliano: “Federalismo cooperativo e perequazione delle risorse, condizioni essenziali per l’autonomia”

Autonomia differenziata, la Puglia propone modifiche alla legge Calderoli

Michele Emiliano

BARI  - Lunedì 11 agosto la Giunta regionale della Puglia ha approvato un disegno di legge che contiene una proposta legislativa da sottoporre alle Camere, con l’obiettivo di modificare e integrare la legge n. 86 del 2024, nota come legge Calderoli sull’Autonomia differenziata.

Il testo è frutto del lavoro del Gruppo di studio istituito dal presidente Michele Emiliano, coordinato dalla capo dell’Avvocatura regionale Rossana Lanza e composto dalle consigliere di giustizia amministrativa Silvia Piemonte e Claudia Lattanzi, insieme ai professori ordinari dell’Università di Bari Cosimo Pietro Guarini, Pierdomenico Logroscino e Vitorocco Peragine.

L’iniziativa arriva dopo la sentenza n. 192 del 2024 della Corte Costituzionale, che ha accolto anche il ricorso della Regione Puglia e ridimensionato in maniera sostanziale la legge voluta dal Governo in attuazione dell’articolo 116, terzo comma, della Costituzione.

Secondo Emiliano, la proposta mira a garantire “la piena attuazione del modello costituzionale del federalismo fiscale cooperativo”, ritenuto imprescindibile per procedere all’attribuzione di forme di autonomia differenziata. Tra i punti cardine individuati dalla Giunta vi è la necessità di una equa distribuzione delle risorse, subordinando ogni applicazione del regionalismo differenziato alla completa operatività del fondo perequativo previsto dall’articolo 119, comma 3, della Costituzione.

Altro aspetto centrale è l’eliminazione delle disparità introdotte dalla legge Calderoli tra materie LEP e materie non LEP. La Corte Costituzionale ha chiarito che la distinzione va operata sulle funzioni legate a prestazioni che incidono sui diritti civili e sociali, separandole dalle altre.

La proposta pugliese recepisce inoltre il principio, sancito dalla Consulta, secondo cui la richiesta di funzioni aggiuntive da parte delle Regioni deve essere giustificata da un effettivo miglioramento dell’efficienza del sistema.

Infine, il testo stabilisce che, prima dell’avvio di qualsiasi negoziato, il presidente del Consiglio o il ministro per gli Affari regionali e le Autonomie trasmettano alla Conferenza permanente Stato-Regioni l’atto di iniziativa con la documentazione istruttoria, permettendo a tutte le Regioni e Province autonome non richiedenti di presentare osservazioni che dovranno essere considerate nel corso della trattativa.

Con questo intervento, la Regione Puglia intende orientare il percorso dell’autonomia verso un modello solidale e cooperativo, in grado di garantire pari diritti e servizi su tutto il territorio nazionale.

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