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Giudice di Pace e Tibunale del Lavoro, gli Avvocati: "Chiaro disinteresse della politica"

Entro un mese dovrà essere definito il futuro di Palazzo Nigretti. Le parole del Presidente dell'Ordine degli Avvocati di Trani Francesco Logrieco

Il Tribunale di Trani

Il Tribunale di Trani - archivio

TRANI - Il tempo stringe per il futuro della Sezione Lavoro e del Giudice di Pace del Tribunale di Trani, attualmente ospitati nello storico Palazzo Nigretti, la cui permanenza risulta sempre più incerta. La nota trasmessa nei giorni scorsi dal Ministero della Giustizia al presidente del Tribunale ha aperto un fronte di preoccupazione tra magistrati e operatori del diritto. Il documento, firmato da Roma, chiede agli enti locali di comunicare con urgenza la disponibilità di immobili idonei ad accogliere gli uffici giudiziari, con una superficie compresa tra i 600 e i 1.700 metri quadrati. In assenza di riscontro entro l’8 settembre, si darà per assodata l’indisponibilità di soluzioni alternative.

A intervenire con toni netti è stato Francesco Logrieco, presidente dell’Ordine degli Avvocati di Trani, che denuncia l’inerzia della politica e il ritardo cronico nelle decisioni, nonostante le figure apicali esistenti nell’attuale compagine governativa: “Sono almeno due anni che sollecitiamo il Ministero e le istituzioni locali affinché venga affrontata seriamente la questione di Palazzo Nigretti, da tempo al centro di una richiesta di rilascio da parte dei proprietari”, ha dichiarato Logrieco.

Il presidente dell’Ordine non risparmia critiche nemmeno all’amministrazione centrale. “Le risposte del Ministero sono arrivate, ma con un ritardo tale da rendere oggi impossibile trovare una soluzione in tempi utili. Tuttavia, il problema non è solo burocratico o amministrativo, è soprattutto politico”.

Secondo Logrieco, l’edilizia giudiziaria pugliese paga da almeno 15 anni una totale mancanza di visione da parte della classe dirigente politica regionale: “Non è un caso isolato. Basti guardare alla lunga e travagliata vicenda della Cittadella della Giustizia di Bari, o a quanto sta accadendo a Lucera, dove la tanto annunciata riapertura del Tribunale è stata disattesa e la sede è rimasta fuori dall’ultimo decreto nazionale”.

Le sue parole suonano come un atto d’accusa nei confronti di una politica che, a suo dire, “non mantiene gli impegni e ignora la centralità della giustizia”. Trani, aggiunge, non fa eccezione. “Abbiamo un patrimonio professionale importante e una storia giudiziaria di rilievo. Ma continuiamo ad assistere a interventi saltuari e insufficienti. A partire dalla Sezione Lavoro, che gestisce numeri significativi e si avvale di competenze riconosciute, fino al Giudice di Pace, penalizzato da una cronica carenza di personale amministrativo e giudiziario”.

Non meno urgente, secondo Logrieco, è un piano straordinario di manutenzione per tutte le strutture giudiziarie della città, oggi curate solo in casi limite e quando l’intervento diventa improcrastinabile.

Di fronte a questo scenario, l’avvocatura tranese ribadisce la propria disponibilità a fare la propria parte: “Siamo pronti a collaborare per salvaguardare la funzione storica e civile del nostro Tribunale. Ma servono risposte, impegni concreti e assunzione di responsabilità da parte di chi ha il dovere di decidere”.

Il destino di Palazzo Nigretti resta quindi sospeso, in attesa che le istituzioni locali trovino – e comunichino – entro la data fissata dal Ministero, una sede alternativa adeguata per evitare lo smantellamento di un presidio fondamentale per il territorio. Nel frattempo, il malcontento cresce, e con esso l’appello per un’inversione di rotta che restituisca alla giustizia pugliese la centralità che le spetta.

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